Così Valentino fa vincere l'Italia. Bagnaia e Luca, manca solo lui

"Pecco" iridato Moto2 col team di Rossi. E il fratello di Vale Marini vince il primo Gp. Il Dottore cade quando è in testa

Così Valentino fa vincere l'Italia. Bagnaia e Luca, manca solo lui

Ci sono quei giorni in cui comprendi che puoi avere tutte le libertà del mondo ma alla fine è sempre un altro a decidere per te. Succede spesso a quelli come noi, ai pincopalla della vita, succede però anche ai campioni. Prendiamo Valentino Rossi, ieri, in Malesia. Valentino con i nove titoli in tasca da troppi anni per apprezzarli completamente visto che almeno uno in più lo avrebbe voluto e lo vorrebbe ancora. Numero tondo. Prendiamo Vale Rossi che da oltre vent'anni ci illumina di passione e che ora sta per concludere una delle stagioni peggiori della sua carriera: fin qui zero vittorie, fin qui la paura grande che la Yamaha si sia trasformata in un cinquantino. Fin qui, perché ieri volava. Prendiamo Valentino che da anni è ormai imprenditore, proprietario di una Academy che sforna talenti e di una ditta di merchandising sportivo e di una squadra: il team Sky-VR46 che ha vinto il primo titolo. In Moto2, con Francesco, detto Pecco, Bagnaia. Torinese trasferitosi a Pesaro, a Valentinolandia e dintorni, proprio per frequentare l'Academy e poi correre per il team del Dottore. Ecco. Rossi, ieri, con questo ragazzo di 21 anni, talento vero e recuperato che l'anno prossimo debutterà in MotoGp sulla Ducati, con Pecco terzo al traguardo Vale Rossi ha stravinto. Pecco che dice «è l'emozione di tutte le persone attorno a me il traguardo più importante, insieme siamo tutti campioni del mondo e senza lo Sky-VR46 oggi sarei a casa...».

Solo che in quei giorni in cui un altro, talmente grande che nel moto mondo lo chiamano dio dei motori e altrove dio e basta, decide che andrà in un certo modo, allora succede che a vincere il Gp sia un pilota dello stesso team ma che per Vale non sia un pilota qualsiasi bensì un giovane caparbio cresciuto nel suo mito: il fratellino, da parte di mamma Stefania, Luca Marini. Anni 21, nato pochi giorni prima che Valentino vincesse il primo mondiale, classe 125, Brno, estate '97. Per cui, il ragazzo si è dato alle moto sapendo di avere innanzi tre Everest da scalare tanto è grande la montagna sportiva Vale Rossi. Un po' come Mick Schumacher con suo papà Schumi, però più grande: perché noi siamo italiani. In giorni così, tanto più che la gara di Motogp partiva per ultima, succede persino che il campione che ha inventato gli show a fine Gp, quelli con la tribù in pista pronta ad accoglierlo e inventarsi sketch, si trasformi a sua volta in uno della tribù e che aspetti il fratellino e lo abbracci e si commuova e «dopo un'emozione così le persone si siedono e piangono, io sono montato in sella per la mia gara... Una giornata storica per noi, con la prima vittoria di Luca e il primo mondiale di Bagnaia e del mio team...».

Ci sono giorni in cui lo sport racconta storie meravigliose.

L'Italia si è portata a casa un titolo e tanta voglia di sognare; un giovane pilota ha vinto il suo primo Gp; e un vecchio e immenso pilota ha commesso un errore e ceduto la prima vittoria stagionale sul più bello, a 4 giri dalla fine, quando era in testa, consegnandola al rivale più rivale che ci sia: Marc Marquez. E così «mi sono privato del più bel giorno della mia vita» dirà poi. Perché non c'è verso, ci sono quei giorni in cui a decidere è un altro. Ed è sempre troppo in alto.

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