La dipendenza da Osimhen e il rischia-tutto di Spalletti

Il nigeriano lavora ancora a parte, ma senza di lui adesso si fatica. E con Simeone ko...

La dipendenza da Osimhen e il rischia-tutto di Spalletti

Sta cambiando la vita del Napoli dopo trent'anni. Ma prima è stato il Napoli a cambiare la sua vita. Victor Osimhen vive sotto il Vesuvio una delle tante favole della propria esistenza. «Quando ero ragazzino scappavo dalle difficoltà di tutti i giorni, anche se sono felice di essere nato e cresciuto a Lagos: anni durissimi trascorsi ad inseguire il sogno di diventare calciatore». Vendeva bottigliette d'acqua, aveva in testa di fare il calciatore e solo per questa missione avrebbe lasciato la propria terra. Belgio, Germania, Francia, prima che piombasse il Napoli: «Mi ha cambiato la vita, non credevo che esistesse un posto così, una città in cui un intero popolo vive per la squadra di calcio».

Le prime in azzurro non sono state stagioni facili e un'esplosione come quella di quest'anno forse nemmeno lui l'aveva sognata. Lui e Kvara formano la coppia più bella del campionato, un nigeriano e un georgiano, chi l'avrebbe detto. E poi c'è Spalletti: «Un genio, se facciamo ciò che dice possiamo battere tutti. Ha stravolto il mio modo di giocare, adesso faccio gol e difendo: se non torno indietro o non presso, diventa matto».

E un po' matto il Napoli è diventato con il suo bomber assente. Nove volte senza di lui, otto vittorie e una sconfitta, le statistiche direbbero il contrario, con il Milan però l'assenza ha fatto tutta la differenza del mondo, e a Lecce anche: un solo gol per l'attacco stellare del campionato (e un'autorete) ma Osimhen è altro per il gioco di Spalletti: velocità, potenza, profondità, forza fisica, gioco aereo. Ha pagato dazio, è un leone in gabbia, sarebbe scappato via dai box anche a Lecce ma i medici l'hanno convertito alla prudenza. A San Siro proverà a esserci, c'è anche Simeone infortunato: solo alla vigilia si deciderà se rischiare. All'orizzonte ci sono sogni inimmaginabili sette mesi fa: «Per esplodere avevo bisogno del posto giusto e ho capito che Napoli è il mio posto.

Alcuni non credevano nelle mie qualità, non me la sono presa perché era accaduta la stessa cosa nelle mie precedenti esperienze in Europa. Invece qui ho ricevuto massima fiducia da club e compagni, e massimo amore dai napoletani. Io sono esploso, adesso non vedo l'ora di far esplodere la città».

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