Novak Djokovic e l'Australia, la storia infinita. Mentre il torneo è alle battute conclusive, con la finale Nadal-Medvedev che decreterà il nuovo vincitore degli Australian Open, nei confronti del campione serbo continuano a esserci interrogativi, dubbi e indagini.
Secondo quanto riferisce la Bbc, riportando quanto avrebbe rivelato un gruppo di ricerca tedesco collaborando con il sito del settimanale De Spiegel, ci sarebbero state notevoli discrepanze relative ai numeri di serie della documentazione presentata dal tennista serbo.
Proprio così sotto la lente di ingrandimento adesso sono finite tutte le certificazioni di positività al Covid presentate dal numero uno al mondo per poter entrare nel territorio australiano in assenza del vaccino e partecipare al primo Slam dell'anno.
Il caso
I documenti in questione sono stati consegnati dai legali di Djokovic alle autorità federali e non sono stati oggetto della decisione finale da parte della Corte federale, ma l’indagine condotta dalla Bbc mette in dubbio la veridicità dei documenti presentati da Djokovic.
Le certificazioni in oggetto sono due: la prima è quella relativa alla positività ed è datata 16 dicembre; la seconda, del 22 dicembre, si riferisce alla successiva negatività. Tra le due sono passati dunque sei giorni. A destare sospetto sono stati i numeri di serie dei due documenti: quello più recente – relativo alla negatività – ha infatti un codice progressivo (7320919) più basso del primo (7371999), nonostante sia stato emesso diversi giorni dopo.
Insomma, il codice del test che attesta la positività del serbo appare, dunque, fuori sequenza. In particolare, secondo l’indagine – nata da un gruppo di ricerca tedesco, chiamato Zerforschung – il codice del primo test si adatta alla linea di test compresi tra il 25 dicembre (7366969) e il 28 dicembre (7415312). Particolare che farebbe pensare che il test positivo di Djokovic, datato 16 dicembre, sia invece stato svolto tra Natale e i giorni successivi, con una conseguente manipolazione dei dati.
Le ipotesi
I due test sono stati svolti in due laboratori diversi, particolare che ha fatto sorgere un dubbio: non è che ogni laboratorio ha una propria sequenza di codici, indipendente dalle altre?
La domanda ha trovato immediatamente una risposta: tra i documenti raccolti ce ne sono altri due (di altre persone) elaborati nello stesso laboratorio del test positivo di Djokovic ed entrambi di alcuni giorni dopo. Ebbene tutti e due hanno numeri più bassi rispetto a quello di Novak che eppure riporta una data precedente (il 16 dicembre appunto).
Indizi che confermerebbero che il test positivo di Djokovic si sia svolto dopo quello del 22 dicembre, non prima. Al momento le autorità serbe e il tennista tacciono, e questo di sicuro non gioca a loro favore…
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