Ci volevano due azzurri vecchio stile per ridestare l'entusiasmo nell'Insalatiera d'argento in questa Davis formato spray. Fabio Fognini e Simone Bolelli hanno portato a casa il punto vincente contro gli Usa, e che sia stato merito del doppio è un omaggio alla coppa che fu, oggi trasformata in un campionato del mondo a squadre, sicuramente più moderno nella formula ma certamente un po' meno memorabile. Fino a quando però non la vinci. E allora: bravo Sonego, che ha superato in due set (6-3, 7-6) nel primo singolare un maleducatissimo Tiafoe, presentatosi al momento dell'inno con le cuffiette nelle orecchie. Va bene, come ha detto Taylor Fritz alla vigilia, che negli Stati Uniti la Davis non è molto sentita, ma almeno all'abc del galateo ci si dovrebbe arrivare.
Da Lorenzo 1 dunque è arrivata una lezione meritata, grazie anche a 17 ace: «L'obbiettivo era cercare di non subire, trovare la profondità e passare dalla difesa all'attacco», e il servizio è stato l'arma vincente, su una superficie veloce e nonostante palline che Fritz ha definito «orribili». Questo però non è bastato a fermarlo nel secondo match contro un Musetti che comunque ha lottato: il punteggio curiosamente rovesciato (7-6, 6-3) condanna Lorenzo 2, che nel primo parziale però ha sprecato un set point. «Questi match mi serviranno a crescere».
Così ecco quindi il doppio decisivo, al quale gli Usa arrivano con il pacco regalo del capitano Mardy Fish: lasciato a casa Ram - vincitore con Salisbury delle Atp Finals - mette a fianco dello specialista Sock il meno esperto Paul.
È lì che Bolelli e Fognini, con uno scatenato Matteo Berrettini all'angolo, si infilano con un break per set (6-4, 6-4) che regala all'Italia la semifinale: l'ultima fu quella persa in Svizzera nel 2014, ma come detto era un'altra Davis.
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