Il grande giro minore: così potrebbe essere considerata la Vuelta a Espana. In principio, a penalizzare la corsa spagnola fu la collocazione nel calendario, nel mese di Aprile, prima sia del Giro che del Tour. I corridori di spicco finivano così per snobbarla, preferendo le altre due corse. Nel 1995 lo spostamento a cavallo di Agosto e Settembre ha migliorato un poco le cose, richiamando più attenzione sulla gara. Anche gli Italiani l'hanno sempre considerato un giro di ripiego, basti pensare che Bartali e Coppi non solo non l'hanno mai vinto, ma il Toscano non vi ha neppure mai partecipato. Coppi, invece, vi ha preso parte una sola volta, nel 1959, ormai a fine carriera.
Tre anni prima del debutto di Coppi in Spagna, però, l'Italia era già comparsa nell'albo d'oro della Vuelta grazie ad Angelo Conterno, vincitore nel 1956. L'Azzurro rimase leader dalla seconda tappa sino alla conclusione, battendo per appena 13'' Loroño. Conterno è un nome che non dice granché agli appassionati di ciclismo, e il suo palmares non è quello di un corridore di primo piano. Il suo miglior risultato fra Giro e Tour fu un quinto posto nella corsa rosa nel 1953. La seconda affermazione tricolore è datata 1968, con Felice Gimondi primo a Bilbao (città nella quale in quel periodo si concludeva la Vuelta). Erano gli anni d'oro del campione bergamasco, che proprio vincendo la Vuelta nel '68 completò la Tripla corona, ovvero il primo posto nei tre grandi giri del calendario. Nel 1981 ecco il terzo successo azzurro, firmato da Giovanni Battaglin che in quella stagione centrò l'accoppiata vincendo anche il Giro d'Italia. Fu il suo canto del cigno, perché poi non vinse più nient'altro negli ultimi anni di carriera.
I trionfi italiani alla Vuelta sono pochi, ma cadenzati con una certa regolarità: nel 1990 a vincere è Marco Giovannetti, che batté lo spagnolo Pedro Delgado. In quell'edizione settimo arrivò Miguel Indurain, che doveva ancora dare inizio alla sua striscia vincente al Tour. Anno di grazia per Giovannetti - la cui parabola ricorda un po' quella di Conterno - che centrò anche il terzo posto al Giro. Per assistere alla quinta e ultima vittoria italiana bisogna aspettare vent'anni esatti: nel 2010 è Nibali a riportare in Italia il trofeo spagnolo dopo un lungo digiuno, proprio come accaduto quest'anno con il Tour. Per il corridore siciliano quella del 2010 è la prima affermazione di spessore, il successo che lo consacra atleta vincente nelle corse di tre settimane. Una vittoria frutto di classe ed intelligenza tattica, visto che Nibali corse per lo più in difesa e non vinse nemmeno una tappa. A Madrid salì sul podio insieme a Mosquera, poi squalificato, e Peter Velits, iniziando così il percorso che lo porterà a completare la Tripla corona in poco meno di quattro anni.
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