E il papà della Rossa vuol premiare Bezz

Dall'Igna: "Merita una moto ufficiale". Potrebbe affidarla al team di Rossi

E il papà della Rossa vuol premiare Bezz
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Due Ducati su podio, cinque Desmosedici nelle prime sei posizioni del Mondiale. Un trionfo. Borgo Panigale si gode un momento magico che conferma la bontà del lavoro fatto negli anni, coronato dal titolo iridato con Pecco Bagnaia lo scorso anno. Sul podio Gigi dall'Igna non si sottrae allo champagne. La vittoria è anche e soprattutto merito suo. Strappato dall'Aprilia, sotto la sua sapiente gestione, la Desmosedici da cavallo velocissimo, ma scorbutico, si è trasformata nella moto più equilibrata della griglia. Non solo, con la riduzione del numero di giorni di test, la politica di schierare tante moto, addirittura otto, ha reso vincente e inesorabile l'armata rossa. Il nuovo format, con la Sprint al sabato, da spauracchio per i piloti, si è trasformata invece in test importantissimo per i tecnici, come spiega dall'Igna: «La sprint è fondamentale per preparare la gara della domenica. Noi tecnici amiamo il long run perché ci consente di raccogliere tutti i dati necessari per fare le dovute valutazioni... Non siamo neanche a metà stagione, ma dobbiamo essere orgogliosi dei risultati ottenuti perché non sono scontati. Al contrario, sono il risultato del prezioso lavoro dei tecnici di pista e a casa». La Ducati è infatti una famiglia e anche avere otto piloti permette di accelerare lo sviluppo grazie al confronto dei dati. «È un passaggio fondamentale per crescere» spiega Dall'Igna. Quanto alla gestione diretta dei piloti, la domanda cade inequivocabilmente su Marco Bezzecchi, terzo nel Mondiale ad un solo punto da Jorge Martin, il pilota della Pramac, promosso quest'anno a guidare una moto factory, mentre il team Mooney 46 del Bezz schiera due moto satellite. «Marco si merita la moto ufficiale, stiamo parlando per trovare la migliore situazione. C'è il rispetto per chi ha portato un pilota ad esprimersi così».

Per il Bezz la soluzione è semplice: «Il team è la chiave del mio successo. Sono fratelli. Devo troppo a Valentino, a Uccio, a tutta la VR46.

La soluzione ideale sarebbe la moto factory nella squadra attuale», e fa capire che tra i due la bilancia pende per il fattore umano. Anche Uccio si sbilancia. E come potrebbe Ducati non considerare il legame con il team VR46 e Bezz che sta conquistando la folla dei tifosi? Questa MotoGP ha bisogno di cuore.

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