E la Roma fissa il premio-scudetto

La società prova a ricaricare l'ambiente dopo il ko. Garcia: "A maggio la Juve viene da noi..."

E la Roma fissa il premio-scudetto

Tre sberle non rovinano i sogni. Succede alla Roma che incassa la lezione della Juventus rilanciando: ieri a Trigoria dirigenza e giocatori si sono incontrati per fissare i premi scudetto. Anche se già nella relazione finanziaria di ottobre erano indicati: 200mila euro a testa. Però le parti non ne avevano discusso ancora in maniera dettagliata. Che succeda dopo la bruciante sconfitta in casa della capolista è curioso, ma anche emblematico. La società ha voluto mandare un segnale alla squadra subito dopo il fischio finale dello Juventus Stadium: non è finita qui. Anche le parole giallorosse dopo il 3-0 di Torino sono state univoche. Il ds Sabatini deciso: «Abbiamo capito che ce la possiamo giocare con loro». Rudi Garcia ha giocato su due tavoli: «Il nostro obiettivo non è lo scudetto, ma tornare in Europa. E comunque il campionato è ancora lungo e a maggio c'è Roma-Juve». Quasi a voler dare appuntamento alla capolista per la resa dei conti. Anche le parole di Gigi Buffon possono aiutare: «Per un'ora la Roma mi ha impressionato».

Ora Garcia deve essere bravo a compattare squadra e ambiente come era riuscito a fare in estate dopo lo choc della finale di coppa Italia. L'allenatore francese in questo momento è l'approdo sicuro da cui ripartire. Più dei senatori che allo Juventus Stadium hanno tradito: Francesco Totti e Daniele De Rossi. Impalpabile e sostituito il primo, spaesato e nervoso (fallaccio su Chiellini) il secondo. Preoccupante è soprattutto la deriva degli ultimi venti minuti: il rosso del centrocampista, l'ingenuo “pugnetto” di Castan, le recrudescenze nervose di Ljajic.
Sono queste le scorie da debellare in fretta in una squadra che non attraversa una crisi di gioco anche se le scelte di Garcia contro i bianconeri non hanno convinto. A partire dalla spensieratezza tattica alla Stramaccioni, che a Torino vinse sì con il tridente Cassano-Palacio-Milito, mentre in quello della Roma non c'era una punta. E poi le amnesie difensive di Benatia e Castan e quel Dodò frastornato su un palcoscenico simile. È stata una Roma spezzata in due come il suo campionato: padrona in avvio, timida nel resto.

La crisi, questo sì, è di punti, “nascosta” dalle dieci vittorie iniziali che la mantengono al secondo posto. Perché poi in otto gare sono arrivati appena due successi e undici punti totali. La difesa non è più il fortino del record (un gol subito): ora sono nove reti incassate nelle ultime otto apparizioni. E anche l'attacco si è imballato: 11 centri contro i 24 della striscia iniziale. Inoltre lontano dall'Olimpico i giallorossi non vincono da oltre due mesi (0-1 contro l'Udinese).
E al crollo di Torino è seguito anche quello in Borsa dove il titolo ha perso il 3 per cento.

Eppure alla Roma non hanno alzato bandiera bianca. Anzi, dopo i premi scudetto Sabatini ha piazzato l'affondo decisivo per Nainggolan: guadagnerà 1,5-1,6 a stagione. Dopo le tre sberle bianconere anche un colpo per sognare. La Roma ci crede.

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