Rio Ave - Milan è stata l'apoteosi del se ipotetico: se Borevkovic non avesse toccato il pallone di mano allo scadere, se Nelson Monte non avesse preso il doppio palo dal dischetto, se Kiesek non avesse sparato alle stelle dopo l'errore di Donnarumma e così via. Tra tutti questi se, c'è, però, anche un ma, perché è vero che i portoghesi hanno giocato un'ottima partita, ma, alla fine, sarà la squadra di Pioli a disputare l'Europa League 2020/2021. Missione compiuta, quindi, ma ci sono voluti oltre 120 minuti da cardiopalma e una lotteria di rigori tendente all'infinito in cui più volte il Milan sembrava spacciato. Giovedì sera, però, il calcio ha mostrato il suo lato più folle ed imprevedibile, regalando una sfida leggendaria che è già entrata di diritto nell'epica rossonera con il nome di La maratona di Vila do Conde.
Una partita indimenticabile, che ha racchiuso tutte le emozioni che si possono vivere su un campo di calcio: stupore, dramma, sconforto e, infine, estasi. E la speranza di Pioli è che i giocatori possano farne tesoro e che capiscano che non bisogna mai sottovalutare chi si ha di fronte. Ma intanto continuano i risultati positivi: questo è il 18º di fila, il che significa che i rossoneri non perdono dalla sfida con il Genoa dell'8 marzo, ultima gara prima del lockdown. Il resto, poi, è già storia, con il Milan che dalla ripresa non ha più smesso di stupire, anche se, come ha dimostrato la gara con il Rio Ave, la strada è ancora lunga. E giocare in Europa servirà proprio a far crescere non solo le entrate, grazie ai 15 milioni in dote alla qualificazione, ma anche l'autostima di una squadra che è consapevole di star facendo qualcosa di importante e che vuole continuare a farlo in Italia e oltre i confini nazionali.
Il Milan torna così a giocare una competizione europea dopo due anni e lo farà contro Celtic, Sparta Praga e Lille, in un girone affascinante ed impegnativo. Gli scozzesi non sono più quelli di un tempo e non avranno dalla loro il tifo del Celtic Park, ma rappresentano lo stesso un'insidia, mentre i cechi, sulla carta, sono la squadra più debole delle quattro. Il Lille, invece, era la peggiore che si poteva pescare in quarta fascia: i francesi sono in grande crescita e hanno individualità interessanti, come David (sostituto di Osimhen) e Timothy Weah, figlio di quel George che con la maglia rossonera ha fatto cose eccelse. «È un girone equilibrato ma non facile, lo affronteremo con grande determinazione - ha commentato Pioli - Tornare in Europa era l'obiettivo». Per l'esordio del 22 ottobre dovrebbe esserci Ibra, ancora ai box per la positività al virus.
Lo svedese ha voglia di tornare e si sta allenando a casa sul tapis roulant, come si vede nel video che ha postato sui social accompagnato dalla didascalia «Questo animale non può essere domato». E chissà se, con Zlatan in campo, avremmo assistito comunque a La maratona di Vila do Conde.
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