Finali Nba: LeBron è un mostro, Dellavedova la sorpresa: Cavs 2-1

Cleveland si porta in vantaggio nella serie contro Golden State. James diventa il miglior marcatore ogni epoca in tre partite di finale, oltre 40 di media. L'australiano aggiunge difesa e 20 punti. Per i Warriors Curry si sveglia troppo tardi

Finali Nba: LeBron è un mostro,  Dellavedova la sorpresa: Cavs 2-1

Onnipotente, fantascientifico, irreale. Gli aggettivi sembrano ciliegie con questo LeBron James. Uno tira l'altro. In un'escalation di pallacanestro spiegata al mondo. Le Finali Nba 2015 sono uno spettacolo che toglie il fiato. Contro ogni pronostico, il Re sta tenendo in piedi da solo i Cleveland Cavaliers inferiori per numero di uomini, talento, tecnica e individualità ai Golden State Warriors. Quasi una tripla doppia di media per il 23: 123 punti in tre gare, sono più di 40 di media a partita, record ogni epoca, più 10 rimbalzi e 8 assist a partita. Su 290 punti totali dei suoi LeBron ha messo lo zampino, tra quelli segnati direttamente e quelli fatti segnare ai compagni, su 200. Semplicemente pazzesco. Così come l'apporto di Matthew Dellavedova, l'australiano mai scelto al draft, che in gara3 ha segnato 20 punti con 5 rimbalzi e 4 assist sommando una difesa asfissiante su Stephen Curry. L'Mvp sta soffrendo oltre ogni limite le attenzioni dell'aussie e tutto il sistema architettato da coach David Blatt per mettere della sabbia nei suoi ingranaggi. Dellavedova è il simbolo dei nuovi Cavs brutti, sporchi e cattivi, capaci di gettare il cuore molto oltre l'ostacolo. Basti pensare che nella notte, al termine di gara3, il play australiano è stato ricoverato in ospedale per crampi in diverse parti del corpo.
Il 96-91 finale consegna ai Cavs un vantaggio, si portano 2-1 nella serie, con il fattore campo rovesciato grazie al successo in gara2 a Oakland. Vantaggio provvisorio, certo, ma comunque insperato e inatteso. A fine terzo quarto, con i Cavs sul 72-55 sembrava fosse suonata già la campana per i Warriors. Troppo brutti per essere veri, poco combattivi, pasticcioni in attacco e molli in difesa, incapaci di trovare soluzioni alternative a un tiro da tre punti che funziona pochissimo in queste Finali. Poi Steve Kerr scongela dalla panchina David Lee, titolare a inizio anno, ma scomparso dalle rotazioni da mesi, e il lungo ex Knicks ha rimesso in piedi la partita con intensità, fisico e intelligenza. Undici punti e quattro rimbalzi in 13' sul parquet. Insieme a lui esce dal guscio Curry, a cui la difesa ospite regala qualche centimetro. L'Mvp inizia a bombarare, 17 punti nell'ultimo quarto, 24 nella ripresa dopo i miseri tre all'intervallo lungo. Il resto lo mette l'energia di Andrè Iguodala (15 punti, 5 rimbalzi e altrettanti assist per lui alla fine), strepitoso anche in difesa su LeBron. Ai Cavs si accende la spia della riserva, i Warriors si arrampicano fino al -3.

Ma mancano solo 19 secondi alla fine e il Re è gelido dalla lunetta. Finisce 96-91 e domani notte, ancora alla Quicken Loans Arena (alle 3 su Skysport2), tutti pronti per un'altra sfida mozzafiato. È la fantastica normalità delle Finali Nba.

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