Stefano Fiore: "So come si fa gol al Belgio. Italia ecco cosa devi fare..."

Stefano Fiore, un po' nostalgico, ha parlato della nazionale di Roberto Mancini, della sua protagonista a Euro 2000 e di quel cucchiaio di Totti...

Stefano Fiore: "So come si fa gol al Belgio. Italia ecco cosa devi fare..."

Stefano Fiore, centrocampista cosentino che a 19 anni conquistò il suo primo trofeo internazionale, ha vestito tra le altre le maglie di Parma e Lazio. In modo particolare il suo volto è legato alla maglia biancoceleste e a quella azzurra della nazionale italiana. In sole tre stagioni nella capitale riuscì a diventare un simbolo della tifoseria anche grazie alla Coppa Italia vinta ai danni della Juventus. In nazionale purtroppo ha vinto poco, ma in compenso ha emozionato milioni di italiani che ancora oggi ricordano le sue gesta sul rettangolo verde.

Qual è il tuo giudizio sul gruppo di Mancini?

"Mancini è riuscito a fare un ottimo lavoro. Il gruppo è formato particolarmente da ragazzi motivati e affamati. Questa squadra vince e trasmette tantissime emozioni che non si limitano solo al campo. Difficile aspettarsi di meglio da qualsiasi altro allenatore".

Ti sarebbe piaciuto prendere parte a questa spedizione?

"La nazionale rappresenta qualcosa di speciale per ogni sportivo. Tutti i bambini da piccoli sognano di vestire la maglia della propria nazionale ed io sono stato molto fortunato. Ho disputato in maglia azzurra due europei e ho dato sempre il massimo quando chiamato in causa. Nonostante tutto però non posso nascondere la voglia di essere lì in campo con questo gruppo straordinario".

La prossima avversaria dell'Italia ai quarti sarà il Belgio. Che tipo di gara ti aspetti?

"La partita con il Belgio sarà un esame di maturità per gli Azzurri. La squadra di Roberto Martinez, rispetto alle compagini affrontate sino ad ora, è forse la più completa e la più pericolosa dal punto di vista tecnico tattico. Sarà un test importante per i nostri ragazzi e data la delicatezza dell'incontro non riuscirei nemmeno ad azzardare pronostici".

Mercoledì 14 giugno del 2000. Totti e Fiore asfaltano i Diavoli Rossi. Cosa ricordi di quella gara.

"Fu una di quelle partite che porterò sempre nel cuore. Segnai la mia prima rete in maglia azzurra e quel gol aveva un sapore diverso anche perché segnato fuori casa. Il Belgio giocava in casa e tra il pubblico c'erano pochi italiani. La partita fu molto difficile ma quell'Italia era molto forte e non temeva nessuno: con un po' di fortuna avremmo portato a casa l'Europeo".

Nonostante sia cambiato tutto da allora, vedi delle similitudini tra quella e questa Italia?

"Assolutamente no perché la mia nazionale era ricca di qualità e campioni che oggi purtroppo non ritrovo in questo gruppo. Ci sono tanti talenti, ma non abbiamo i vari Totti, Maldini, Nesta, Cannavaro, Filippo Inzaghi e Albertini che giocavano con me in squadra".

Vent'anni fa l'Italia affrontava l'Olanda in semifinale. Fu una partita al cardiopalma.

"La semifinale con l'Olanda è stata una partita epica. Giocammo ad Amsterdam in uno stadio tutto arancione contro forse una delle squadre più forti di sempre. Fu una partita che ci portò via molte energie. Dopo mezz'ora di gioco ci fu l’espulsione di Zambrotta e in dieci tenemmo testa agli Oranje.

Alla fine, dopo tanti sforzi, grazie anche ai rigori parati da Toldo, arrivammo a giocarci tutto ai rigori divenuti famosi per le parate del nostro portiere e per il cucchiaio di Totti. Se Zoff gli ha detto qualcosa negli spogliatoi? Assolutamente no. Francesco era fatto così, un giocatore che aveva quel tipo di giocate nel suo DNA e che poi, grazie proprio a quel cucchiaio divenne un eroe nazionale".

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