J contro J, le curve separate di Jorge e Joseph

Francesco vedrà la partita a Santa Marta, Ratzinger a Mater Ecclesiae

J contro J, le curve separate di Jorge e Joseph

«Santità, perché non invitiamo Papa Francesco a vedere insieme la finale dei Mondiali di Calcio? Io mi metto tra voi due e faccio da arbitro»: lo scherzo, di monsignor Georg Gaenswein, segretario personale di Joseph Ratzinger e prefetto della Casa Pontificia con Jorge Mario Bergoglio, non è tanto distante dalla realtà. Perché, probabilmente, un pensierino entrambi i Papi l'avranno fatto. Scatenando la fantasia, e l'ironia, dei social network. Ma a dire il vero, il tifo è tifo e ognuno vorrà godersi personalmente e senza tanto clamore mediatico il supermatch tra Germania e Argentina. Uno nella sua stanza a Santa Marta, l'altro al monastero Mater Ecclesiae, poco distante.

Due Papi, due squadre, stessa passione. Sia il Pontefice in carica che quello emerito, infatti, seguono il calcio con forte interesse. E se il tedesco Ratzinger non ha mai mostrato in pubblico passioni sportive, rimanendo sempre più discreto, l'argentino Bergoglio non ha mai nascosto la sua passione per il pallone anche in modo coinvolgente.

Papa Francesco, tifoso del San Lorenzo de Almagro, squadra di Buenos Aires, ha ancora la tessera del club e quando era arcivescovo della capitale argentina si recava spesso allo stadio da grande supporter del team. Ma anche Joseph Ratzinger non scherza: quando era arcivescovo di Monaco era un tifoso del Bayern e ha la tessera di socio onorario del club bavarese.

Ma come hanno seguito i Mondiali i due Papi?

Per l'avvio del torneo, Bergoglio aveva registrato un videomessaggio trasmesso dalla tv brasiliana Rete Globo. «Possa questa Coppa del Mondo svolgersi con tutta la serenità e la tranquillità, sempre nel reciproco rispetto, nella solidarietà e nella fraternità tra uomini e donne che si riconoscono membri di un'unica famiglia».

Messaggio rafforzato da un tweet pubblicato sul profilo ufficiale Pontifex: «Auguro a tutti uno splendido Mondiale, giocato con spirito di vera fraternità». Fin da subito, il Papa aveva promesso alla presidente del Brasile Dilma Rousseff di «restare neutrale» e di tifare per il buon calcio. Almeno pubblicamente. Perché la Patria è la Patria. E nella sfida tra Argentina e Svizzera, per gli ottavi di finale, una battuta era scappata.

Bergoglio, rivolgendosi divertito alle Guardie Svizzere, aveva detto: «Sarà guerra». E battaglia è stata. E poi, il 5 luglio, nei quarti di final in programma c'era Argentina-Belgio. Ma il Papa era impegnato con il viaggio a Campobasso. E a un suo collaboratore, guardando l'orologio a ridosso del fischio di inizio, Bergoglio avrebbe esclamato: «La perdiamo, non riusciamo a vederla».

Diverso l'atteggiamento del Papa emerito che avrebbe seguito i Mondiali, ma senza stravolgere le sue abitudini. La sera a letto presto e il risultato delle gare lo apprendeva l'indomani grazie al suo segretario.
Domenica, alle 21, non ci saranno scuse.

Papa Francesco si piazzerà davanti alla tv a godersi la finalissima. E chissà se avrà la meglio il devotissimo Leo Messi o l'attaccante del Bayern Thomas Muller. Comunque vada entrambi i Papi sperano di vedere un bel calcio.

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