In Italia, da giocatore del Milan, ha vinto tutto. Champions compresa, battendo in finale la Juventus. Da allenatore, fino a un paio di giorni fa, Andriy Shevchenko non ha invece mai allenato un club: è stato ct dell'Ucraina, ma non ha mai gestito una squadra per una stagione intera. Eppure il Genoa, terz'ultimo in classifica con nove punti al pari della Sampdoria, lo ha scelto: contratto fino al giugno 2024 e zero dubbi. Anzi: una volta deciso di esonerare Ballardini, la proprietà (americana) rossoblù è andata dritta su di lui preferendolo a Pirlo e fidandosi delle referenze sul suo conto che le erano state recapitate dalla stessa società che nel 2016 aveva consigliato al Leicester di mettere sotto contratto Claudio Ranieri.
«Sono arrivato in un club importante l'esordio dell'ex attaccante rossonero -. Questo è un progetto cui tengo tanto. L'obiettivo numero uno per noi, adesso, è quello di giocare in Serie A il prossimo anno. Farò di tutto per centrare questo traguardo: questa è la mia promessa ai tifosi del Genoa». Di più e di tanto altro non avrebbe potuto dire: inutile fare proclami, la voce è sempre quella e quindi quasi sussurrata, lo sguardo da giovane uomo trasmette fiducia e la soddisfazione di poter cominciare una nuova vita.
A bordo campo, insieme al suo vice Mauro Tassotti con il quale aveva già lavorato alla guida dell'Ucraina: «La proprietà mi ha garantito che intende agire sul mercato di gennaio, ma sin d'ora ho visto grande disponibilità da parte dei ragazzi.
L'obiettivo è raggiungere in fretta una posizione di classifica tale da poterci permettere di respirare con tranquillità: solo così potremo lavorare meglio». Quindi, un appello ai tifosi: «Ricordo una partita da avversario in questo stadio contro il Genoa, che si rivelò difficilissima perché i nostri avversari giocavano davvero in dodici».
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