Da Lippi a Conceiçao la filosofia del sigaro

Il gesto del portoghese e un simbolo vincente

Da Lippi a Conceiçao la filosofia del sigaro
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Dopo che il Milan due sere fa si è «fumato» l'Inter con un'ultima boccata che ha lasciato i nerazzurri avvolti da una nebbia di delusione, figuriamoci se Sergio Conceiçao poteva esimersi dall'accendere un bel sigaro mixato di tabacco e felicità. Hasta l'habano, siempre!

Gli archivi fotografici sono incandescenti di clic en plein air di calciatori (Ibrahimovic, Vidal, Dimarco, Dzeko...) e allenatori (Ancelotti, Guardiola, Lippi) in posa da boss con in bocca il «cubano» simbolo di potere. Ma l'aspetto davvero «bruciante» dello speciale sigaro conceiçaiano è che quel diavolo ballerino del tecnico rossonero se lo sia gustato nello spogliatoio: cioè il luogo universalmente vietato alle «bionde» (intese come sigarette) e ai «bruni» (intesi come sigari); un santuario dello sport (e del salutismo) dove perfino Bearzot teneva spento il fornellino della pipa mentre indottrinava i ragazzi azzurri. Per fare un esempio sacrilego, fumare nello spogliatoio è blasfemo come entrare in chiesa con una rivista pornografica sotto braccio.

Eppure tra i vapori dello spogliatoio saudita, ecco farsi largo il sigaro del miracoloso neo allenatore del Milan che ha incenerito in pochi giorni la «cicca» di Fonseca e riattizzando i sogni: un Conceiçao in versione yes smoking, ben lieto di bissare a Riad la stessa scenetta nebbiosa divenuta virale sul web ai tempi di quando allenava il Porto. Nessuno ovviamente ha sgridato il portoghese per la performance fumoir, benché re Salman abbia di recente inasprito in Arabia Saudita le leggi contro i tabagisti selvaggi.

Insomma la stessa linea adottata a Milano dal sindaco Giuseppe Sala che, da interista matricolato, sta soffrendo quanto Simone Inzaghi.

Chissà se il primo cittadino si rilasserà svapando un'ecologica e-cig o addolcendosi la bocca con una fetta di panettone avanzato a Natale...

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