Grassani: "Giusta causa". Il club riflette

Ieri contatto tra tecnico e Steven Zhang: "Pensiamo all'Europa League..."

Grassani: "Giusta causa". Il club riflette

«La multa per l'allenatore rappresenterebbe il minimo sindacale, ma in questo caso ci sono anche i margini per procedere al licenziamento in tronco per giusta causa». Secondo l'avvocato Mattia Grassani (nella foto), esperto di diritto sportivo, le dichiarazioni del post Atalanta-Inter, potrebbero costare caro ad Antonio Conte. Il club starebbe infatti pensando proprio a un licenziamento per giusta causa, anche se nessuno ha interesse ad arrivare alle vie legali. E in questa direzione si inserisce il colloquio cordiale al telefono tra Steven Zhang e l'allenatore: da entrambe le parti è emersa la volontà di pensare solo all'Europa League.

«Si tratta di una situazione senza precedenti, almeno a livelli così alti. Siamo in presenza di critiche durissime e trasversali che colpiscono al cuore la società nerazzurra - ha detto ancora Grassani all'agenzia Italpress -. A prescindere dal merito delle parole del tecnico, a mio avviso sussistono i presupposti affinchè la proprietà si tuteli sotto il profilo legale, trattandosi di affermazioni pubbliche, che sconfinano in ambiti che non sono nemmeno di competenza dell'allenatore».

In serie A il caso più recente di licenziamento è stato quello di Petkovic da parte della Lazio nel 2014: la colpa del tecnico fu di aver avviato una trattativa con la Federazione svizzera, nel 2019 il Tribunale ha poi riconosciuto al tecnico croato un risarcimento di 460mila euro. Prima era toccato a Delio Rossi con la Fiorentina per il gesto di follia contro il suo giocatore Ljajic, preso a schiaffi in panchina (la società viola ha successivamente vinto la causa intentata dal tecnico) e a Davide Ballardini con il Cagliari, il cui licenziamento per giusta causa arrivò per aggirare l'esonero e non pagare la retribuzione (e nel 2017 il giudice lo dichiarò illegittimo).

«Tutti casi - ha sottolineato Grassani - definiti dal Giudice del Lavoro in sede di impugnazione. Il grave inadempimento del lavoratore porta alla risoluzione unilaterale del rapporto e anche, dove dimostrato, al risarcimento del danno a favore del club.

Peraltro il sistema normativo attuale, nel quale non sono più in vigore gli accordi collettivi di categoria, riconosce al datore di lavoro il potere disciplinare diretto: ciò significa che la società può licenziare l'allenatore senza passare dal Collegio Arbitrale».

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