«Spesso ci dimentichiamo che questo moto sono dei proiettili lanciati a 300 km orari. Il nostro sport è pericoloso e l'incidente di domenica poteva risultare un disastro. Il fatto che fortunatamente i piloti sono usciti illesi cambia radicalmente lo scenario. Spero che l'accaduto serva per il futuro. Per come stanno le cose adesso, infatti questa è una situazione molto pericolosa», riassume così Valentino Rossi la scampata tragedia di domenica sul circuito austriaco del Red Bull Ring, tornato nel calendario della MotoGP nel 2016. E chi lo conosce come Carlo Pernat addirittura dice: «Non è scontato che continui».
Il doppio incidente di domenica, in Moto2 e in MotoGP, riaccende le discussioni sulla pericolosità della pista dello Spielberg, un tracciato storico con ben 51 anni di storia. Come sottolinea il Dottore, infatti, la curva 3 è una delle più pericolose del calendario del Mondiale, perché coincide con il punto più veloce delle pista con le moto che arrivano a toccare i 314 km orari, a cui segue una violenta frenata a 50 km all'ora.
«Si tratta di un punto molto pericoloso per la configurazione stessa del tracciato - conferma Antonio Canu, Direttore di pista dell'Autodromo Internazionale del Mugello -, in caso di caduta infatti la traiettoria della moto è destinata a incrociare la pista qualche metro più avanti con la possibilità di colpire i piloti che stanno transitando in quel momento. Spielberg non è l'unico caso, una situazione simile la ritroviamo ad Austin in Texas o la stessa Variante Bassa di Imola, teatro di diversi incidenti in Superbike».
Domenica scorsa la pericolosità di quel punto del tracciato è stata ingigantita dall'irruenza di Zarco, che toccando la Yamaha di Franco Morbidelli, ha innescato la carambola. Valentino accusa Zarco d'intenzionalità, anche perché il francese non è nuovo a tentativi di sorpasso in varchi impossibili con brutte conseguenze per i malcapitati (vedi il contatto di Brno due domeniche fa che ha portato alla caduta di Pol Espargaro privandolo del podio).
La direzione gara, chiamata in causa dallo stesso Valentino, al momento tace. «Sul momento i piloti non sono stati convocati perché entrambi finiti a terra - spiega ancora Canu -, immagino che avverrà giovedì.
Una volta verificata l'intenzionalità della manovra, il panel della race Direction presieduto da Freddie Spencer potrebbe decidere per una penalità a punti (che funziona sullo stile della patente) che va da un avvertimento, al partire dal fondo della griglia, dalla pitlane, fino all'esclusione dalla gara». Domenica la MotoGP replica in Austria. L'auspicio del Doc e di tutto il paddock è che si intervenga presto. Nessuno vuole scomodare nuovamente il santo dei motociclisti.
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