Non è sfiorita la qualità dell'Inter, non si è addormentato Conte. E allora perché mai la squadra dalle mille promesse si è trasformata in fantastica collezionista di buchi nell'acqua? Dieci gol subiti in 5 partite sono un'esagerazione, due pareggi e una sconfitta nelle ultime tre sfide un campanello d'allarme, 5 punti di distacco dal Milan nella classifica di campionato un errore di scrittura. Un pari subito dal Borussia, in Champions, è revival sgradevole della scorsa stagione, che la costringerà a sudarsi la qualificazione. «La storia ci dice che un posto è del Real», quindi ne resta solo uno disponibile ha sottinteso l'allenatore nerazzurro. Ma il problema Inter è di altro genere: le tattiche di Conte? Qualcosa si è rotto fra giocatori e allenatore? Lui ha parlato di Inter e di uomini: «Ne sono orgoglioso». Ma poi la voglia di segnare fa dimenticare che il miglior attacco è la difesa. Aggiungiamo gli alibi: qualche infortunio (l'ultimo al solito Sanchez), la mitragliata del virus, un finale di stagione molto lungo ha creato difficoltà a resettare subito la squadra.
La Champions ha fatto intendere che le grandi squadre, ad eccezione del Bayern, hanno necessità di assestamento. Dunque pure l'Inter. Intendiamoci, in serie A non c'è davvero una rosa senza qualche pizzico di mediocrità, ma quella nerazzurra è una delle due più credibili. Dunque il dilemma e il racconto di una stagione ruotano attorno ad una domanda: più forte l'Inter o più bravo l'allenatore? Conte sembra incartato nei pensieri e forse ha già mostrato i suoi limiti. Il contrasto estivo con la proprietà non è passato senza lasciar ferite. Oggi gli mancano stamìna, cattiveria, fors'anche la fantasia utile a dotare l'Inter di un'arma in più: imprevedibilità nel gioco, negli schemi, nel proporsi agli avversari.
L'Inter è noiosa, scontata, chiara nella forza ed anche nella debolezza prevalentemente difensiva. In attacco ci prende e qualche volta spreca, in difesa sorprende se stessa e gli avversari con invitanti correnti d'area. Non basta un Kolarov in più per rovinare tutto. Magari serviva un Vidal giovane. Questa squadra è molto migliore di quanto visto finora: serve una mano che la illumini. Non una bacchetta magica, solo un tecnico che ritrovi pieno feeling con gioco e giocatori, anche con quelli che voleva cedere.
L'Inter ha le qualità per vincere lo scudetto. Probabilmente Conte si berrà tre caffè, anziché la camomilla degli ultimi tempi, e ritroverà dentro se stesso e dentro la squadra l'animus che si è annacquato.
Magari da gennaio, quando altri molleranno un po', vedremo una squadra scatenata: meno avventurosa. Così non fosse, il braccino corto di Suning dovrebbe allungarsi: per vincere bisogna spendere e, magari, trovare la giusta chimica con l'allenatore. Oppure cambiarlo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.