Sono passati undici anni dall'ultima volta in cui sui giornali, sui siti web e sui social (anche se allora c'era solo Facebook) si potevano leggere articoli dal titolo «l'Inter vince lo scudetto domani se...». Un periodo lunghissimo, calcisticamente parlando praticamente un'era geologica durante la quale il popolo nerazzurro ne ha passate tante, forse fin troppe, ma non ha mai smesso di sognare l'arrivo di un weekend come questo, in cui, se si dovessero incastrare alla perfezione tutti i tasselli del puzzle, la squadra di Conte diventerebbe campione d'Italia per la 19ª volta nella sua storia.
E allora, «l'Inter vince lo scudetto...» se oggi batte il Crotone e domani l'Atalanta non va oltre il pareggio sul campo del Sassuolo. In questo modo, il vantaggio sulle inseguitrici sarebbe di 13 o 14 punti, troppo ampio da colmare nelle ultime quattro giornate. Insomma, solo i nerazzurri possono rinviare la festa e se la matematica non ci sarà domani arriverà molto probabilmente fra sette giorni con la Samp. «Stiamo per fare qualcosa di straordinario, un'opera d'arte. Quando ti avvicini a un traguardo l'attesa diventa qualcosa da saper gestire, per te e per il gruppo. Non è facile, penso che stiamo gestendo il tutto nella maniera corretta - predica calma Antonio Conte in conferenza di vigilia, con la consapevolezza però che l'obiettivo è dietro l'angolo - Parlavo di Inter che deve fare l'Inter significa poter arrivare in porto quanto prima, ma sappiamo che chi è dentro, chi ci lavora, dal calciatore al dipendente, sa che sta per essere fatto qualcosa di straordinario».
Ed è stato fatto veramente qualcosa di straordinario: Conte prese una squadra che si qualificò in Champions all'ultima gara thriller con l'Empoli arrivando a -21 dalla Juve campione e in due anni non solo ha colmato il gap, ma è vicinissimo a portare i nerazzurri al successo. E Antonio stesso sa che dietro a tutto ciò c'è la sua firma: «Sono due anni importanti in cui l'Inter ha ritrovato credibilità a livello nazionale e internazionale. Io qui ho portato il mio credo, il mio percorso e il mio bagaglio di sacrifici, sudore e fatica, per andare oltre i propri limiti. Penso che la mentalità vincente e la credibilità passino da questo». Nulla sarebbe stato possibile però senza la proprietà cinese che ha investito molto, in primis proprio sul tecnico, con la volontà di far tornare l'Inter sull'Olimpo del calcio. Investimenti il cui impatto sui conti è noto. L'arrivo del presidente Zhang a Milano per godersi la festa è però coinciso con la schiarita sul fronte finanziario legata ai 250 milioni di euro del fondo Usa Bain Capital che permetteranno alla società, se si chiude l'accordo come pare ormai certo, di tornare a respirare.
«Avete fatto un percorso eccezionale in una stagione molto difficile» le parole di Zhang ieri ad Appiano in visita alla squadra, per caricarla verso la sfida di Crotone. E ora manca solo l'ultimo miglio per il trionfo e per togliere quel «se» ipotetico.
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