Fare della diversità una normalità: è questo lo spirito che guida WEmbrace Sport, evento sportivo benefico che si terrà lunedì 25 ottobre presso l'Allianz Cloud di Milano. Le Paralimpiadi sono stata la vetrina ideale per far arrivare un messaggio di inclusione e non è un caso che Bebe Vio e art4sport, l'associazione fondata nel 2009 dai genitori di Bebe, abbiano ideato questa iniziativa. Un'occasione in cui campioni delle Nazionali olimpiche e paralimpiche saranno impegnati insieme in una sfida inedita: gare in versione paralimpica di basket, calcio, volley e scherma.
Bebe, sarà questa l'occasione per dare allo sport il significato dovuto?
«Lo sport integrato è un modo per abbattere i pregiudizi e far capire come si possano ottenere certi risultati».
Successi ottenuti anche grazie a chi ci ha sempre creduto e ti ha aiutata?
«Assolutamente. Sono stata molto fortunata perché la mia famiglia e tantissime altre persone mi hanno dato e mi danno una mano... Non ho voluto raccontare il mio difficile anno e le mie sventure prima dei Giochi di Tokyo, per poter stare chiusa con i miei cari e me stessa e... non dare vantaggi alle mie avversarie».
La Bebe Vio Academy?
«È un progetto a cui abbiamo pensato in collaborazione con Nike, organizzato e gestito dall'associazione art4sport. Sarà un'iniziativa rivolta ai bambini e ai ragazzi con e senza disabilità fisiche di età tra i 6 e 18 anni che comprenderà il calcio, l'atletica, il basket in carrozzina, il sitting volley e la scherma in carrozzina. Si svolgerà a Milano, con cadenza bisettimanale, presso il Centro Sportivo Iseo e il Bicocca Stadium. La prima Game Time session è prevista il 26 ottobre».
Che cosa ti ha insegnato l'esperienza di Tokyo rispetto a Rio?
«A sopravvivere e a lottare fermamente in ciò in cui credo. Lo dico sempre e lo ripeto: i risultati sono frutto di un lavoro di squadra e senza di ciò non sarebbe possibile».
Ed è anche di questo di cui ti sei fatta promotrice al Parlamento Europeo, dove la presidente della Commissione , Ursula von der Leyen, ha parlato di te come di un esempio?
«L'incontro mi è piaciuto moltissimo, perché mi hanno detto che rappresento i giovani, lo sport, il mondo della disabilità ma anche l'inclusività e mi piace un sacco avere questa etichetta addosso. E avere il supporto della presidente von der Leyen sarà qualcosa di veramente figo... Lei è una vera leader. E io sono orgogliosa di quello che posso rappresentare per fare sport divertendosi, uscendo dalle case e superando le preoccupazioni della quotidianità... ».
Possiamo definirla come una missione?
«No, è il mio sogno più grande, cioè avere nei prossimi cinque anni strutture adeguate per praticare sport paralimpici e che tutti abbiano questa opportunità».
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