"Il mio viaggio è appena partito. Una cosa grandiosa. Due medaglie d'oro, una più emozionante dell'altra". È il racconto ancora incredulo di Marcell Jacobs nell'intervista rilasciata al Messaggero.
È stata un'Olimpiade da sogno per l'Italia e soprattutto per l'atletica leggera azzurra. I risultati sono andati ben oltre le aspettative."Dicevano che avremmo vinto zeru tituli e invece abbiamo preso cinque ori..." ci tiene subito a precisare il velocista di Desenzano sul Garda. Il simbolo di Tokyo 2020 è stato proprio lui Marcell Jacobs, riuscito nell'accoppiata d'oro 100 metri-staffetta 4x100, compiuta solo da leggende del calibro Usain Bolt, Carl Lewis, Jesse Owens: "Me li sono guardati i nomi di quelli che sono riusciti a fare questa impresa e metterci a fianco il mio mi dà tante soddisfazioni. Mi ripaga di tutti i sacrifici fatti per arrivare sin qui".
Impossibile non parlare delle polemiche esplose dopo l'impresa nei 100 metri. Le sue vittorie hanno dato subito fastidio. Dagli Stati Uniti e in particolare dal Washington Post sono arrivate addirittura accuse di doping. Sull'argomento Jacobs ostenta grande tranquillità: "Sono polemiche non mi toccano. Io so che sono arrivato qui facendo tanti sacrifici. Sono passato attraverso delusioni e sconfitte ma mi sono sempre rialzato e mi sono rimboccato le maniche. Se sono a questo punto è solo grazie al duro lavoro. Loro scrivano ciò che vogliono".
Le emozioni vissute a Tokyo saranno per sempre indelebili ma sull'immagine più significativa non ha dubbi:"La premiazione della staffetta 4x100. Vedere il Tricolore che viene issato più in alto delle altre bandiere e cantare a squarciagola l'inno con i ragazzi. Una gara a chi era più stonato. Vincere un oro è stata una cosa clamorosa, riuscirci due volte è stato ancora più incredibile". La vittoria degli azzurri ha cambiato la percezione degli avversari nei loro confronti: "Forse un pochino sì, ma sempre partendo dal fatto che nel nostro sport, tra di noi, non ci sono frizioni, ci rispettiamo tutti. Dopo l'oro nella staffetta sono venuti tutti a farci i complimenti, anche quelli della Gran Bretagna, appena battuti. Il più simpatico è stato De Grasse (bronzo sia sui 100 che nella staffetta con il Canada, ndr) che aveva un sorriso che sembrava dire mannaggia, questi italiani mi hanno beffato un'altra volta".
Adesso arriva il difficile, lo sa bene anche Marcell: "Una certa paura di tornare a casa ce l'ho, perché non so cosa mi aspetta. Sicuramente cambierà tutto ma fa parte di quelle cose che, finché non le vivi, non riesci nemmeno a immaginartele".
Ma per fortuna sa già come proseguire il suo percorso: "Il mio obiettivo è riconfermarmi fra tre anni a Parigi. Ma prima di tutto devo restare con i piedi per terra perché sono appena partito".Segui già la nuova pagina Sport de ilGiornale.it?
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