Juve, magia di Vlahovic: sconfigge il Sassuolo e ora grande sfida da ex

Sul tiro del serbo, decisiva la deviazione di Ruan. Dusan si regala la partita più attesa

Juve, magia di Vlahovic: sconfigge il Sassuolo e ora grande sfida da ex

Torino. Ancora Dusan Vlahovic: sua la rete che, a un paio di minuti dal termine, ha regalato alla Juventus la vittoria contro il Sassuolo (2-1) nei quarti di finale di Coppa Italia. I bianconeri affronteranno così la Fiorentina in una semifinale che si presenta da sola: il serbo contro il suo recente passato, la Viola contro il nemico di sempre. Onore al mertito comunque al Sassuolo, che ha onorato fino in fondo la sua prima partecipazione ai quarti della manifestazione guardando dritto negli occhi i bianconeri.

Partita equilibrata fin da subito. Perché, dopo essere passata immediatamente in vantaggio con uno schiaffo di Dybala in seguito a un'iniziativa di Alex Sandro sulla sinistra e a successiva ciabattata di McKennie, la Signora presentatasi in campo quasi con la formazione tipo, pur senza Morata - subiva il palleggio dei neroverdi: bravi a ripartire senza angoscia dopo essere andati sotto, altrettanto capaci di far girare il pallone senza fretta né timori. Così Perin doveva impegnarsi due volte su Berardi e una su Kyriakopoulos per tenere invilata la porta. Quando però Traore inventava un tiro a giro degno del miglior Insigne, l'ex numero uno del Genoa nulla poteva. Ottimo tutto il Sassuolo, con il tridente pesante (Berardi, Raspadori e Scamacca) supportato da una squadra equilibrata, meno bene la Juventus: in difficoltà in mezzo al campo, dove né Arthur né McKennie parevano nella migliore delle serate. Discreto invece Alex Sandro che, oltre ad avere avviato l'azione del vantaggio, invitava al colpo di testa l'americano senza che però Pegolo capitolasse nuovamente. E Vlahovic? Poco servito, in realtà, pur se protagonista di un guizzo prima di metà gara che lo vedeva a tu per tu con il portiere ospite.

Match del tutto godibile con entrambe le squadre desiderose di proporre gioco: più manovrieri gli ospiti, più diretti e verticali i padroni di casa. A tratti impauriti, anche: come quando, a inizio ripresa, Scamacca non trovava il tempo giusto per indirizzare il pallone di testa verso la porta bianconera su cross del solito scatenato Kyriakopoulos. La Juve si vedeva (con De Ligt) su calcio d'angolo, ma le trame migliori erano ancora dei ragazzi di Dionisi. McKennie colpiva poi un palo clamoroso (assist dell'olandese) poco prima che Allegri decidesse di ricorrere anche a Morata arretrando Cuadrado.

La Juve sfiorava poi il raddoppio tre volte in altrettanti secondi (palo di De Ligt, tra l'altro), quindi Pegolo si esaltava su Morata e Rabiot: bianconeri cresciuti strada facendo, insomma, neroverdi quasi all'angolo ma per nulla rassegnati. Costretti però a capitolare nel finale: perla di Dybala, fuga di Vlahovic, dormita di Muldur e destro vincente del serbo deviato da Ruan. Due partite e (quasi) due gol: la Juve ha il suo nuovo eroe.

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