La Juventus vive un momento pesantissimo di crisi, economica e finanziaria. Comunica (con un ritardo di un mese) la semestrale di bilancio che evidenzia una perdita di 113,7 milioni di euro, che va oltre il raddoppio della perdita di 50,3 milioni di euro relativa al primo semestre dell'esercizio precedente. Ciò significa, in prospettiva, che a fine anno la società bianconera si ritroverà con una perdita raddoppiata a 230-240 milioni e con il patrimonio netto in perdita. Tradotto volgarmente la Juventus abbisogna di un nuovo aumento di capitale a meno che non reperisca sul mercato internazionale investitori in grado di intervenire a supporto. I costi del lavoro sono esorbitanti e la pandemia ha accresciuto sofferenze che, in altro periodo, avrebbero potuto usufruire delle entrate da stadio (bigliettazione e affini) e di altre voci, come la vendita dei prodotti, che sono state strozzate dalla crisi mondiale, provocata dal virus. Né si possono fare previsioni a medio e a lungo termine. Lo stesso calendario agonistico subisce cambiamenti imprevisti, nella stessa settimana, e qualunque operazione rischia di avere un impatto negativo. C'è un passaggio del comunicato che è una sorta di sliding doors sul futuro della Juventus squadra e società e recita: «... Inoltre, senza pregiudizio per la prosecuzione dell'attivita sociale, Juventus - pur in un contesto influenzato dalla ridotta liquiditadel sistema conseguente al perdurare della crisi - potrebbe far ricorso ad operazioni di cessione di diritti alle prestazioni sportive di calciatori».
È normale che un club abbia in programma di vendere o acquistare calciatori ma è singolare che la Juventus abbia deciso di mettere per iscritto, nel comunicato relativo al bilancio semestrale, l'ipotesi che a giugno, alla vigilia del secondo semestre, sarà necessario (l'aggettivo non è utilizzato ma diventa indispensabile) liberarsi di alcuni atleti che hanno un peso rilevante sui conti. Immediatamente viene in risalto Cristiano Ronaldo, il cui salario sta avendo una incidenza seria, non per colpa della Juventus, così come gli ingaggi di altri calciatori, le cui prestazioni, tra l'altro, non hanno corrisposto alle attese, sia per infortuni, sia per imprevisti, sia per un calo di rendimento. Gli amministratori del club offrono garanzie sulla continuità aziendale, questo per rassicurare gli azionisti e i tifosi ma è certo come a questo punto la Juventus dia ufficialmente conferme di una sofferenza contabile che era già manifesta in alcune operazioni di mercato anche con il ricorso estremo e continuo alle plusvalenze. Il futuro è nei disegni di Andrea Agnelli e di John Elkann, tra due settimane verrà celebrato il centenario della nascita di Gianni Agnelli.
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