Tutti con il braccino, pronti a bere ma nessuno a pagare il conto. L'unico che cerca di ravvivare una corsa a dir poco soporifera, alzando un po' il gomito nella «corsa della birra» è il nostro Vincenzo Nibali, al rientro delle competizioni dopo due settimane di lavoro intenso al Teide.
Nibali attacca, diverte e convince, alla fine però è volata dei migliori, con il polacco campione del mondo Michael Kwiatkowski che si aggiudica l'edizione numero 50 dell'Amstel Gold Race, 258 chilometri e 34 cotes da Maastricht a Valkenburg.
Ci prova Nibali, anche per vedere l'effetto che fa. Per mettere pressione ad un gruppo che ha poca voglia di battagliare, di osare, di mettersi in discussione e attende l'ultimo passaggio sul Cauber, dove hanno posto la loro «X» Gilbert, Valverde e Metthews. Nibali deve abbandonare i propri sogni di gloria a 15 chilometri dalla fine, anche per mancanza di collaborazione dei compagni di fuga, in particolare di Tony Martin, che lavora devoto solo e soltanto alla causa di Kwiatkovski.
«Sono soddisfatto della mia corsa - dice il re del Tour, al rientro dopo la Sanremo - Volevo vedere a che punto ero della condizione e mi sembra di essere sulla strada giusta, ho avuto ottime sensazioni. Ho sperato che qualcuno mi desse una mano, ma non è stato così. Non ne faccio un dramma, ognuno fa la sua corsa. Ora penso alla Liegi di domenica prossima, è una gara molto più dura e spero di essere lì a giocarmela».
Per Kwiatkovski, polacco della Etixx Quick Step, 24 anni, si tratta del primo successo in linea con la maglia iridata. È solo il quarto della storia ad avere vinto l'Amstel da campione del mondo in carica dopo Merckx, Raas e Hinault.
«Mi dicevano che la maglia di campione del mondo non porta benissimo. Oggi ho sfatato un tabù», ha detto.Il trittico delle Ardenne proseguirà mercoledì con la Freccia Vallone per concludersi domenica prossima con la Liegi-Bastogne-Liegi.
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