Facile dire Onana. Ma Lukaku? Dicono, sfortunato: ha preso la trasversa. No, quello è un errore da brocco. Un centravanti da 12 milioni l'anno non può prendere la traversa di testa a 2 metri dalla porta e tuffandosi a 50 centimetri da terra. Lukaku non è un brocco ma da tale gioca anche a Salerno. Rifinisce in apertura per il gol di Gosens e calcia bene una sola volta, poco prima di uscire. Ma sbaglia 2 gol incredibili: non solo la traversa, ma anche quando nel primo tempo schiaccia centrale fra le gambe di Ochoa.
L'errore di Onana è un infortunio, chiaro, ma resta un errore molto grave e fa pari con qualche recente parata su chi gli tirava addosso e lo centrava. Resta un portiere senza scuola, tutto fisico e istinto, da vendere subito se davvero c'è chi pensa che possa valere 50 milioni. Ma c'è?
Anche il pareggio dell'Inter è un infortunio, e può sembrare non giusto. Perché c'è la trasversa di Lukaku, ma anche il palo di Barella e un paio di parate importanti di Ochoa. L'Inter ha avuto più occasioni, ma non ha giocato bene, nemmeno stavolta, nemmeno contro un avversario sceso mentalmente in campo con un quarto d'ora di ritardo, e quindi subito sotto di un gol, e per l'intero primo tempo tatticamente a disagio per le scelte sbagliate di Paulo Sousa. Che però sa cambiare e perciò cambia e quindi migliora.
Non come Inzaghi, che continua a cambiare ruolo su ruolo, nemmeno al momento la sua orchestra fosse esente da stecche. E invece siamo alla sesta partita consecutiva senza vittorie, 3 sconfitte e 3 pareggi, 3 soli gol segnati, di cui 2 su rigore. Il bilancio in trasferta è da tragedia, ma ormai è la classifica tutta a piangere e spingere l'Inter fuori dai confini della zona Champions.
In avvio di ripresa, l'ingresso di Dia accanto all'evanescente ex milanista Piatek, cambia volto alla Salernitana, che occupa più e meglio la metà campo dell'Inter, ostruisce finalmente le corsie laterali con la difesa a 4 e proprio con Dia centra anche la sua trasversa. Dei cambi di Inzaghi, si deve discutere anche stavolta. Toglie Asllani che era stato il migliore, Barella pensando al Benfica, quindi Gosens per rodare Dimarco, che però è poi colui che guarda Candreva da troppo lontano nel momento in cui calcia il velenoso pallone verso la porta dell'Inter. Entra anche Lautaro, ma gioca un altro pessimo spezzone di partita (non segna dal 5 marzo), sbagliando praticamente tutto, molto nervoso.
L'Inter non sta bene, è chiaro. Sfortunata e sfiduciata, ma anche malata.
E fisicamente non è al livello dei suoi momenti migliori in stagione e c'è da preoccuparsi molto, pensando a quanto e come corre il Benfica, cui evidentemente Inzaghi stavolta ha cominciato a pensare troppo presto. Martedì è la notte, il tempo corre veloce e rischia di scadere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.