Penso che un anno così non ritorni mai più avrebbe cantato Domenico Modugno, ed è proprio il caso di dipingersi le mani e la faccia di blu, o meglio di azzurro, ripensando alle meraviglie del 2021. Non a caso l'Italia che fa sport è stata addirittura riconosciuta come fenomeno dell'anno dall'Equipe, che se ne intende e non ci ha mai fatto sconti. Un anno magico in cui abbiamo fatto inchinare davanti alle nostre imprese persino i francesi, che è tutto dire
Quando mai avremmo immaginato di vincere in un sol colpo Europei di calcio e di volley (sia maschili che femminili), un oro olimpico nel salto in alto e nella 4x100? Per non parlare di imprese addirittura inimmaginabili come un azzurro che diventa l'uomo più veloce del mondo e vince l'oro nei 100 alle Olimpiadi e un altro che gioca la finale del singolare sull'erba di Wimbledon, il tempio del tennis mondiale dove per anni abbiamo quasi avuto paura ad entrare.
Un 2021 da 110 e lode, che resterà per sempre negli annali del nostro sport, una stagione come se ne sono viste pochissime, forse perché arrivata dopo (o durante) la grande sofferenza, quella della pandemia che ci ha privato di tante cose ma che forse ha stimolato gli italiani a reagire più di altri. Primi a dover lottare contro il virus bastardo, primi a trovare il riscatto. Un anno magico, insomma, di cui è difficile trovare un volto simbolo. Anche se ci viene in mente ovviamente Marcell Jacobs (10 e lode), perché è arrivato dove nessun azzurro aveva mai nemmeno osato immaginare, e quando ha tagliato per primo il traguardo dei 100 metri a Tokyo ha lasciato l'Italia a bocca aperta. Alzi la mano chi avrebbe scommesso sull'oro del ragazzo di Desenzano, un italiano sul trono di Usain Bolt e di Carl Lewis, un azzurro che insieme a Patta, Desalu e Tortu (10) ha messo al collo dell'Italia anche l'oro della staffetta 4x100, come se improvvisamente fossimo diventati l'America dell'atletica.
Basterebbe già questo per incorniciare il 2021, eppure le meraviglie si moltiplicano. Perché Gimbo Tamberi (10) vola a prendersi l'oro del salto in alto pochi minuti prima dell'impresa di Jacobs e la foto dei due azzurri abbracciati sulla pista di Tokyo può essere il vero emblema dell'anno santo dello sport italico. L'anno delle cose mai viste, come Matteo Berrettini (10) in finale a Wimbledon, dove al massimo avevamo visto Pietrangeli in semifinale sessant'anni fa, o come Nicola Bartolini (10) oro nel corpo libero ai mondiali di ginnastica, altra impresa inedita per un azzurro.
Un anno splendido per le squadre, per l'Italia di Roberto Mancini (10) che torna padrona d'Europa dopo 53 anni grazie ai rigori e alle parate di Donnarumma (10 per l'Europeo, 5 per essere finito in panchina al Psg), per le due Nazionali di volley (7) che hanno riscattato una pessima Olimpiade vincendo gli Europei maschile e femminile, ma anche per l'Inter (8) che ha interrotto la dittatura della Juventus (4) scivolata in una stagione fallimentare. Un anno che ha la faccia infangata del fantastico Sonny Colbrelli (9), vincitore della Roubaix 22 anni dopo Tafi e degli Europei di ciclismo. Ma anche il sorriso d'oro di Filippo Ganna (10) iridato nella crono e trascinatore del quartetto dell'inseguimento (9) primo ai Giochi e ai Mondiali.
Anno magico per le donne, la Balsamo (8) nel ciclismo, la Ferrari (7) nella ginnastica, la Goggia (8) e la Brignone (7) di questi giorni nello sci, l'immensa Bebe Vio (8) e il podio tutto azzurro Sabatini-Caironi-Contrafatto (10) dei 100 femminili alle paralimpiadi. L'anno che ci ha fatto scoprire Bagnaia (8) nelle moto, mentre il magico mondo del nuoto azzurro (8 alle due staffette maschili 4x100, stile e mista ai Giochi) ci ha fatto esaltare per il coraggio dello sfortunato Greg Paltrinieri (9) per l'argento di Tokyo negli 800 e il bronzo nella massacrante 10 km dopo la mononucleosi.
Un fantastico 2021, insomma, in cui sarebbe davvero difficile trovare qualcuno da bocciare, se non ci venissero incontro le eterne perdenti, la Nazionale rugby (4) che è arrivata alla 32ª sconfitta consecutiva nel Sei Nazioni e la Nazionale rossa, la Ferrari (4), che non vince un Gran premio dal settembre del '19 e non porta un Mondiale nella bacheca di Maranello da 14 anni.
Dodici mesi che si chiudono però con due voti molto speciali: 22 (come i suoi ori euromondiali) a Federica Pellegrini e 46, ovviamente, a Valentino Rossi, due monumenti che si sono convinti ad
accettare la legge del tempo, lasciando la piscina e la moto per entrare definitivamente nel mito. 5 invece a chi non ha ancora capito che è ora di farsi da parte e lasciare spazio ai giovani.Ma questo non vale solo per lo sport.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.