All'ora di pranzo si giocava Inter-Verona e molti calciatori dei due club, alcune ore dopo, si ritrovano alla discoteca Hollywood di Corso Como per fare serata. Ma alle 4 del mattino tra il 6 gennaio e il 7 gennaio, l'atteggiamento di uno degli invitati alla festa, non un calciatore ma una persona comune, un 35enne originario di Udine, provoca la reazione di due giocatori. Che credendo di essere stati fotografati e filmati, in compagnia di un bodyguard descritto come «alto e biondo», trascinano il ragazzo fuori dalla discoteca, sulla rampa del parcheggio, lo minacciano per poi strappargli di mano il cellulare per controllare che non ci siano foto e video che li ritraggono in momenti privati. Da quanto filtra nell'ambiente calcistico, uno di loro è l'attaccante austriaco Marko Arnautovic. L'altro un compagno di squadra non noto al momento. La vicenda viene fuori dopo una nota dello studio legale Tutino, e ripresa da alcuni quotidiani locali tra cui Il Gazzettino. Simone Tutino, consulente del lavoro e portavoce dello studio con titolare l'avvocata Francesca Tutino, spiega che il ragazzo ha presentato «formale denuncia alla procura della repubblica di Milano». E di avere anche allegato la cover del cellulare per consentire di realizzare gli accertamenti dattilografici.
Ipotizza anche una serie di reati, che vanno dalle minacce alla violenza privata, fino all'esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulla persona, e per di più aggravati dal concorso di più persone.
Al momento in procura a Milano non risultano denunce, ma potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Secondo la ricostruzione del ragazzo, i calciatori gli avrebbero anche chiesto quale fosse la sua squadra: alla risposta di tifare per il Milan, lo avrebbero obbligato a pronunciare una frase ingiuriosa nei confronti del club rossonero. Per altro, non ci sarebbe stata nessuna ripresa sul cellulare: il 35enne lo aveva, a suo dire, tirato fuori solo per illuminare, con lo strumento torcia, lo scontrino del locale.
Tutino, che ha fatto sapere di avere informato anche la procura della Figc perché intraprenda un procedimento disciplinare nei confronti dei calciatori, ha detto che al suo assistito è stato anche vietato «l'accesso all'Hollywood il sabato successivo all'episodio».
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