L'orgoglio di Castillejo è l'anima del Milan sempre più da record

Lo spagnolo che i tifosi volevano cacciare è l'emblema di una squadra che non molla mai

L'orgoglio di Castillejo è l'anima del Milan sempre più da record

La scena finale è stata da libro Cuore. Tutto il Milan arrampicato sulle spalle, gracili in apparenza, di Samu Castillejo, il figliol prodigo tornato alla casa del padre, all'improvviso e senza preavviso, inaspettato protagonista della rimonta milanista sul Verona. «Non mi voleva neanche mia madre e ora sono qui a festeggiare con i tifosi a casa mia» la frase a effetto incisa da Samu, protagonista nella finestra di mercato estivo di un vero caso di stalking. Perché sul web molti presunti tifosi l'hanno mobbizzato per invogliarlo a partire e a lasciare Milanello pensando che la sua cessione potesse procurare la somma necessaria a completare il rafforzamento della squadra. Castillejo è rimasto, ha remato contro corrente, invece di deprimersi, si è allenato con tigna ed è tornato tra il boato di San Siro. Perciò è stata una scena da libro Cuore perché è il segnale che, quando scatta una certa molla all'interno di un gruppo particolarmente affiatato, allora è possibile cambiare l'inerzia al destino di una partita anche se sei inseguito dalla sfortuna sfacciata (la sequenza, tra infortuni e virus, di assenze accentuata dal ko alla caviglia di Rebic) e sei sotto di due gol senza avere al meglio la sua artiglieria preferita, cioè Ibra e Giroud reduci da lunga inattività.

Le lacrime dello spagnolo e l'abbraccio commosso con Pioli - colui che l'ha tenuto fuori per scelta tecnica - hanno certificato che dietro la classifica del Milan, oltre alla cifra tecnica, c'è un rapporto e una chimica personale che fanno da cemento armato rispetto alle insidie esterne. Pioli può anche sbagliare le scelte iniziali ma nel modificarle dopo l'intervallo (fuori Daniel Maldini e Saelemaekers, dentro Krunic e Castillejo) ha dimostrato una conoscenza quasi scientifica delle risorse calcistiche e temperamentali del suo gruppo.

Certo l'incipit di Ballo Tourè è stato da incubo, poi come contagiato positivamente dal resto della compagnia, ha migliorato la resa. Così per Calabria seguito da Leao che entrato al posto di Rebic (a proposito: gli accertamenti clinici eseguiti, hanno escluso lesioni alla caviglia) ha messo sotto sopra la difesa veronese, opera completata dalla presenza scenica di Ibrahimovic, capace di procurare l'effetto panico che è alla base dell'autogol di Gunter. Giroud ha timbrato il cartellino, Kessiè ha fatto il suo dal dischetto. Non è detto che tutte queste risorse saranno sufficienti in Portogallo per cavare un altro risultato positivo: forse il distacco dalle prime due (Liverpool e Atletico Madrid) del girone è tale da compromettere il sogno di qualificazione.

Già perché qui bisogna parlar chiaro: tra Porto e la prossima sfida a Bologna, quella che più conta è Bologna la dove esistono possibilità concrete di reggere fino in fondo. Il recupero di Bakakyoko, per esempio, è un'altra buona notizia in tal senso. Quando torneranno utilizzabili anche Theo Hernandez e Diaz (a isolamento scontato), il cielo di Milanello sarà forse meno nero.

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