Sapevamo che sarebbe successo qualcosa ed è successo molto più di qualcosa. Tappa difficile, resa impossibile dalla pioggia gelida che nel ciclismo è una variabile importante. Sapevano che Filippo Ganna avrebbe perso la maglia rosa e speravamo che qualche altro italiano potesse approfittarne, in attesa dei big. Da Ganna a De Marchi: l'Italia resta in rosa. E io di questo sono felice. Sono felice d'aver ammirato per tre giorni un corridore come Filippo Ganna che ha tutto per diventare il più forte interprete delle cronometro di ogni tempo (e non esagero), e sono altrettanto felice di vedere la maglia sulle spalle di un altro atleta non più giovanissimo che si prende il premio alla carriera più bello e ambito.
Cercava la vittoria di tappa e si è ritrovato una maglia, Alessandro De Marchi, questo bellissimo e coriaceo corridore friulano che fa delle fughe la sua cifra distintiva. È il premio alla perseveranza.
È il premio a chi osa pur sapendo che madre natura non ti ha dotato di un motore super, ma super sono le cose che riesci a fare.È vero, Alessandro De Marchi non è un campione: è un signor atleta, ma se si corre con questa determinazione e voglia, anche chi pensa di non esserlo ha tutto il diritto di sentirsi almeno per un giorno un campione.
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