Il Milan vive i suoi giorni della merla congelato dall'eliminazione in coppa Italia e dalla classifica in campionato. La scossa non c'è stata martedì sera in campo contro la Lazio e neppure fuori con la conferma di Filippo Inzaghi. E tarda ad arrivare anche dal mercato. Si prolunga a oggi infatti la riflessione di Mattia Destro. Eppure il Milan lo vuole fortemente e lo ha dimostrato con i fatti. Infatti Adriano Galliani ieri ha preso il Frecciarossa delle 9 e all'ora di pranzo ha citofonato a casa Destro. La prima chiacchierata accompagnata da caffè con giocatore, padre e agente è servita a ribadire la posizione: prestito con diritto e non obbligo di riscatto, perché in questo momento il Milan non vuole impegnare subito sedici milioni. Come da indicazioni di Silvio Berlusconi. Galliani, dopo una pausa ristorante, è tornato per un secondo incontro con Destro, prima di fare il punto della situazione: «Mattia si è preso 24 ore per decidere, normale visto che è successo tutto così in fretta. Ci darà la sua risposta entro domani (oggi, ndr)». Trapela cauto ottimismo anche in virtù dell'accordo tra Roma e Milan: prestito oneroso a 700mila euro, riscatto fissato a 16 milioni.
Le perplessità del giocatore, che ha sempre voluto il Milan e raddoppierebbe l'ingaggio a tre milioni, sono legate al solo fatto che avrebbe voluto la certezza di chiudere definitivamente l'avventura giallorossa. Se Destro alla fine dovesse declinare l'offerta, il piano b rossonero risponderebbe più al nome di Okaka che di Osvaldo. Comunque un nove vero per rilanciare la panchina di un ex nove d'autore, Inzaghi. La notte di Coppa ha confermato i limiti di gioco e della squadra. L'allenatore si è aggrappato a paragoni: «Ferguson ci ha messo sette anni prima di vincere con il Manchester United, io spero di mettercene meno. E anche Mancini, guru delle panchine, fatica»; e al solito refrain «la squadra ha dato tutto, bisogna lavorare». Meno convincente nell'analisi di una gara giocata per metà con l'uomo in più: «Sono contento della mia squadra, abbiamo fatto bene, non meritavamo di perdere. Risultato bugiardo». Ma gli errori in tutti i reparti e la confusione sono evidenti.
Comunque sia adesso la prossima Europa passa solo dal campionato. La fiducia a Inzaghi, a meno di «catastrofi bibliche» citando Galliani, da qui a giugno può resistere. Poi si vedrà, ma ormai si procede un passo alla volta. Il primo si chiama Parma, il fanalino di coda che domenica arriva a San Siro. I tre punti sono fondamentali, sarebbero i primi in campionato in questo tragico inizio di 2015. Vietato fare i conti con il calendario che tolta la trasferta allo Juventus Stadium, prevede anche Empoli e Cesena in casa, perché il Meazza a gennaio è stato già terra di conquista per Sassuolo e Atalanta. Inzaghi vuole virare definitivamente sull'idea iniziale del 4-4-2 per «riportare la squadra in alto. Se mi daranno il tempo si vedrà il vero Milan».
Una mano potrebbero darla anche Munoz e Taarabt, possibili colpi last minute . È già pronto a darla, invece, Salvatore Bocchetti, da ieri rossonero: «Il Milan è un sogno». In questi momenti da incubo non sono parole scontate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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