Sarà pure una partita da dentro o fuori. Ma anche questa consapevolezza, in fondo, non lo scuote dall'atarassica certezza che per una volta il significato travalichi i 90 minuti. Massimo Moratti, stasera si ritrova a respirare lo stesso profumo del manto del Meazza che anche l'ex José calcherà per la prima volta contro la sua Inter nei quarti di coppa Italia. Lo scorso 4 dicembre, nello 0-3 all'Olimpico, Mourinho e i nerazzurri si sono ritrovati a condividere il rettangolo verde dopo quel 2-0 al Bayern Monaco del maggio 2010.
Presidente Moratti, questa sera che sensazioni vivrà?
«Mourinho metterà piede a San Siro non da avversario, ma da ospite. Credo che i tifosi saranno entusiasti e lo accoglieranno con un grandissimo affetto. Emotivamente, per tutti noi è qualcosa di molto diverso dal solito: non arriva il semplice ex allenatore. Quello che magari ha fatto varie esperienze e a un certo punto torna a giocare contro di te. Lui all'Inter ha dato e ha lasciato l'anima».
Vi siete sentiti in questa vigilia?
«Non in questi giorni, ma ogni tanto ci scambiamo messaggi. È sempre molto affettuoso e riconoscente, ha tanti aspetti piacevoli: è bello avere un amico così».
Il Mou personaggio è divenuto tale anche per gli zeru tituli e la prostituzione intellectuale che avevano come bersaglio la Roma che oggi allena. Ok la professionalità, ma a lei che effetto fa?
«Farà più specie ai romanisti (ride, ndr). Ma in verità anche loro lo amano e hanno grande fiducia in lui per le grandi qualità che ha. In tutto questo, non si può dimenticare il suo passato da interista, da combattente e al tempo stesso da uomo spiritoso».
Oggi i capelli sono più bianchi. Eppure in cosa è cambiato davvero rispetto a 10 anni fa? Le esperienze lo hanno addolcito?
«Ha espressioni intelligenti, che vanno al di là del calcio, ed è capace di giudizi nuovi che completano una critica o un'analisi. Con gli anni l'intelligenza aumenta ulteriormente, ma il carattere è sempre lo stesso: reattivo, attento e responsabile nei confronti della squadra, della società e dell'ambiente»
Il Mourinho di Moratti qual è?
«Mi ha impressionato, in un personaggio così forte, quando a Madrid ha lasciato l'Inter e lo ha fatto scoppiando a piangere».
Esiste ancora la famosa chat tra i protagonisti del Triplete?
«Credo proprio di sì, fino a pochissimo tempo fa c'era. So che si scambiano messaggi, che sono in contatto. Però io non ne faccio parte».
In quell'Inter c'era anche Mario Balotelli. Fa bene Mancini a tenerlo ancora in considerazione per la Nazionale?
«Mancini è coraggioso e leale, perché gli aveva promesso che l'avrebbe chiamato, se avesse fatto bene. Balotelli è un bravo figliolo, ma ha un carattere passionale e ogni tanto le sue reazioni gli hanno creato qualche problema».
Mancini ce la farà a portare l'Italia ai Mondiali?
«Ha un impegno difficilissimo e lui lo sa. Mancini ci sta mettendo tutto il suo talento, che ha già dimostrato all'Europeo. Certamente caricherà l'ambiente e sfrutterà le condizioni di forma dei giocatori. Io faccio un tifo fortissimo per lui».
Mancini, Mourinho...in questa Inter cosa sopravvive del periodo morattiano?
«Ogni presidente porta le sue caratteristiche e il suo modo di pensare, quindi è difficile dire cosa resti oggi. Quel che rimane sono le emozioni e i sentimenti, la vera continuità è nei tifosi».
E nel progetto Interspac?
«Credo stia andando avanti. L'importante è che ci sia un accordo tra l'iniziativa e la società, evitando contrapposizioni. Altrimenti servirebbe a poco».
Di contrapposizioni sembra non averne subite Simone Inzaghi. Nessun preconcetto, come invece poteva essere stato con Conte...
«Ma non tanto per la contrapposizione con Conte, quanto per il fatto che quando Inzaghi è arrivato c'era il timore che crollasse tutto: Conte via, Lukaku via. Invece la squadra con Inzaghi ha iniziato subito a giocare bene, con un trasporto particolare».
La partita lei dove la vedrà?
«Allo stadio. Sarà curioso e interessante e credo che l'accoglienza dei tifosi sarà particolare».
Secondo lei c'è del romanticismo anche nel voler salvare San Siro?
«Io non vedo gli stadi come monumenti, come una statua di Garibaldi. Per conto mio, il Meazza un po' riadattato potrebbe andare benissimo anche per il futuro, non vedo queste esigenze che portano a un impianto nuovo. Ma io non sono dentro ai progetti economici e finanziari delle società e se fanno questa battaglia avranno ragioni che vanno più in là. Dico che ho visto l'altra sera le riprese tv fuori dallo stadio, prima del derby: erano bellissime. L'idea di far fuori San Siro, a mio avviso, è incredibile».
Intanto, proprio lì, stasera si scrive un capitolo suggestivo: chi vince?
«Spero solo che Mourinho faccia bella figura. Poi ovviamente spero nell'Inter».
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