Molinari vola nella storia e trionfa al British Open. Mai nessuno come lui

È il Wimbledon del golf. Francesco è il primo italiano a vincere un Major. E ha battuto Woods

Molinari vola nella storia e trionfa al British Open. Mai nessuno come lui

Mentre ieri sera un italico «Vai Chicco» risuonava dall'alto delle tribune gremite del Carnoustie Golf Links, in Scozia, Francesco Molinari, primo italiano nella storia, alzava al cielo la Claret Jug, l'ambito trofeo riservato solo ai grandi che riescono a conquistare l'Open Championship, il Wimbledon del golf.

Ora: vincere l'Open Championship è il sogno di ogni golfista. Vincere l'Open Championship giocandoselo alla pari con Tiger Woods è il sogno riservato solo agli dei.

Da ieri sera, ore 19 di Londra, Francesco Molinari è entrato di diritto nell'Olimpo del golf, andando a conquistarsi un trono tra le divinità golfistiche.

Trentasette buche di fila le ultime a partire dalla 18 di venerdì 20 - senza una macchia nello score: solo par e birdie per il Chicco nazionale, per un punteggio finale di -8 che è valso all'azzurro il titolo più prestigioso della storia del green.

Ieri pomeriggio, con il suo incedere a testa alta, con le spalle larghe e i piedi ben piantati per terra, Laser Frankie (così lo chiamano sul circuito per la balistica dei colpi) ha camminato per oltre quattro ore, passo dopo passo, accanto a Tiger Woods, senza mai dare un cenno di ansia o di cedimento. Anzi, la fredda statistica ci racconta che è lui il primo uomo, dopo il coreano YE Yang nel 2009, a vincere un Major lottando con Tiger nello stesso teetime. Ma al di là dei numeri, ciò che impressiona di questo successo è altro: è l'atteggiamento di Molinari. Nella bolgia del tutti contro tutti della domenica pomeriggio, quando chiunque, a partire da Spieth sino a Justin Rose, passando per Rory, pareva poter riuscire a strappare una vittoria, un uomo solo, il torinese, restava sempre solido nella strategia e nella tecnica. Un uomo solo, Molinari, riusciva sempre a mantenere ordine nei pensieri, che restavano lenti come solo il battito cardiaco dei grandi campioni sa essere.

Se è vero che a golf vince chi meglio degli altri sa adattarsi alle molteplici variabili che s'incontrano lungo il cammino in campo, è anche vero che il Chicco nazionale ha dato sin dalla prima buca di ieri l'impressione di essere lui a imporre il suo gioco non solo al links più bastardo del mondo, ma anche a quei campioni che quel mondo sono abituati a dominarlo colpo dopo colpo. E così, mentre quei mostri sacri di Spieth, Tiger, Rory e Rose franavano nel vento a raffiche di Carnoustie con l'avanzare della giornata, Molinari restava saldo in fairway, con una sicurezza assoluta nei propri mezzi: perché, come lui stesso ha imparato dal suo performance coach Dave Alred, nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso. E, in tutta onestà, Chicco non aveva nessunissima intenzione di concederla questa possibilità.

Con questo successo, che bissa la

vittoria di Wentworth e del Quickens Loans, Molinari si candida a essere l'uomo da battere in Ryder Cup e al titolo di Golfer of the Year; nel frattempo s'insedia al primo posto nella classifica europea: l'America è a seguire.

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