Il dolce arriva per ultimo e oggi, sulla tavola dell'ultima di B nel 2020, si serve il big match tra Monza e Salernitana, in campo alle 16 all'U-Power Stadium. Terza contro prima, con l'esordio di Mario Balotelli in biancorosso, almeno per uno spezzone di gara. Con i campani 5 punti sopra i brianzoli, da apparecchiare c'è la leadership della B, con una squadra che vuole restare in vetta e l'altra che non fa mistero di volerci arrivare bruciando i tempi. Anche a costo di inimicarsi la concorrenza.
Non è un caso che Paolo Berlusconi, pur con il sorriso, lo disse già quando la sua squadra si apprestava a lasciare la categoria minore: «La cosa che mi dà più fastidio è sentir dire che il Monza è la Juve della serie C». Il presidente, l'etichetta dal suo Monza l'aveva tolta già lo scorso anno, quando i biancorossi avevano dominato il torneo e infastidito chi, come Corrado Orrico, aveva giudicato ingombrante una potenza economica come quella di Fininvest nel girone della sua Carrarese. Sbarcato in B, il Monza ha ripreso da dove aveva lasciato, facendosi anticipare sul campo dall'aspettativa delle rivali. «Quella contro di noi, per tutte è un po' la partita della stagione», ammonisce Brocchi. Perché scendere in campo contro il Monza significa affrontare ciò e chi lo rappresenta. Chiedere all'ex Radrezza e alla Reggiana tutta, che dopo il gol e il 3-0 finale si sono trovati a festeggiare come per una finale di Champions. O a Bocchetti, ex Milan, in rete al 90' a Pescara. «Davide batte Golia», furono gli slogan.
Perché che sia il vernacolo o anche l'ingiuria, giocare contro il Monza crea curiosità all'inizio, pregiudizio nel mentre, sospetto o giubilo a seconda dell'esito nel finale. Nonostante gli stadi vuoti, è l'episodio dubbio, però, a far capire cosa sia il Monza per le altre: tra sfottò su arbitri a libro paga dei brianzoli e accuse di timore reverenziale, ogni pretesto è buono per sostenere che in B nessuno si prenderebbe la briga di infastidire quella dirigenza lì. Tra i cadetti non si è ancora al «voi siete come la Juve», ma forse solo perché questo Monza non ha ancora vinto come i bianconeri.
C'è ironia e satira, quando gli altri ti attribuiscono potere.
«Boateng, te se vecio, te ghe la pansa», è stato il richiamo in diretta tv dagli spalti a pochi metri dal campo nella serenissima Cittadella. Il ghanese ha risposto con un sorriso. Perché il Monza pensa alla A e, forse, i Berlusconi per raggiungerla sono anche disposti ad accettare di fare come la Juve dell'ultimo decennio. E a riderci su.
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