Chiamatelo pure il Guardiola tedesco. Il paragone sembrerebbe blasfemo, ma Hansi Dieter Flick l'ha ottenuto a suon di risultati, riuscendo a eguagliare con il suo Bayern l'impresa stabilita da Pep nel 2009 quando guidava il Barcellona: sei titoli in un anno solare. E rispetto al collega catalano, uno dei suoi predecessori sulla panchina dei bavaresi (a Monaco dal 2013 al 2016), è partito anche meglio: nelle prime 68 gare da tecnico, Flick ha ottenuto ben 58 vittorie (l'85 per cento del totale), 5 sconfitte - di cui una ai rigori nella Coppa di Germania 2020/21 - e altrettanti pareggi. In pratica con il Bayern vanta più trofei che partite perse.
Una scalata incredibile quella dell'allenatore di Heidelberg, 56 anni il prossimo 24 febbraio (il giorno dopo la sfida con la Lazio in Champions), che nel novembre 2019 fu promosso da vice dopo l'esonero del croato Kovac. Una scommessa stravinta dalla dirigenza del club tedesco: in pochi, nel novembre del 2019, avrebbero pronosticato che in appena 15 mesi una squadra in affanno al settimo posto in Bundesliga sarebbe salita in vetta prima in Germania, poi in Europa e infine nel mondo. Con notti magiche, come quella in una Champions perfetta del memorabile 8-2 al Barcellona. E una Bundesliga senza la macchia di una sconfitta nel post lockdown.
Un risultato sorprendente, vista la scarsa esperienza di Flick in panchina (cinque anni all'Hoffenheim, otto da vice di Low nella National Mannschaft tedesca). Il 1° luglio 2019 il ritorno al Bayern, sempre da vice, dopo essere stato giocatore dei bavaresi dal 1985 al 1990. Appena quattro mesi dopo diventa allenatore ad interim (prima della conferma fino al termine della stagione e il successivo contratto fino al 2023). Flick, grazie ai risultati, si guadagna la stima e la fiducia dei calciatori, in primis dei veterani.
In 241 giorni (dal 16 giugno 2020 all'11 febbraio 2021) costruisce il primo «sextete» dei tedeschi: la vittoria sul campo del Werder Brema consente la conquista della 30ª Bundesliga con due turni di anticipo; il 4-2 sul Bayer Leverkusen del 4 luglio vale la Dfb Pokal, la Coppa di Lega tedesca; il 23 agosto è la notte della sesta Champions (1-0 al Psg); il 24 settembre batte il Siviglia per 2-1 e si prende la Supercoppa europea; sei giorni dopo tocca anche alla Supercoppa
tedesca (3-2 al Borussia Dortmund); infine il secondo titolo nel Mondiale per club con l'1-0 ai messicani del Tigres. E ora c'è chi lo vede come successore di Loew sulla panchina della Nazionale, magari già dopo gli Europei.
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