Sospiro di sollievo in casa Roma. Il malore accusato da Evan Ndicka durante la sfida con l'Udinese per «un dolore acuto precordiale e alterazioni all'ECG» non è stato legato a patologie cardiache, come confermato dai controlli di primo e secondo livello, svolti nell'ospedale friulano e risultati negativi. Il club giallorosso in un comunicato parla infatti di «quadro clinico compatibile per trauma toracico con minimo pneumotorace sinistro». Un'ipotesi già fatta domenica alla luce del duro colpo subito dal difensore della Roma in un contrasto con il bianconero Lucca. Il club di Trigoria ha ringraziato l'Udinese, l'arbitro Pairetto, il pubblico presente allo stadio e il personale medico e sanitario dell'ospedale Santa Maria della Misericordia dove Ndicka è stato ricoverato: «Tutti insieme, in quei minuti concitati e di apprensione, abbiamo dimostrato i valori dello sport e messo al primo posto la salvaguardia della vita».
Ndicka è stato dimesso e effettuerà ulteriori controlli al suo ritorno a Roma. Bisogna avere prudenza e pazienza. Come del resto fa presente Furio Colivicchi, presidente dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri e direttore della Cardiologia clinica e riabilitativa del San Filippo Neri di Roma: «Questo genere di colpi a carico del torace sono dei traumi chiusi, che in determinate condizioni determinano una forma minore di risentimento al cuore o ai polmoni e la comparsa di dolore. Ndicka non ha perso conoscenza, potrebbe essere una presincope con una forte vertigine che l'ha fatto cadere. Il suo ritorno in campo? Va ricordato che i calciatori in Italia sono sottoposti a controlli medico-sportivi che non hanno uguali al mondo. I tempi di recupero dipendono dall'entità del trauma polmonare, in questi casi c'è anche la possibilità che si formi un livido interno che si deve riassorbire».
«I traumi al torace sono legati a una forma di stress eccessivo. Oggi i nostri giocatori affrontano molte partite, è il caso della Roma, e questo porta a un recupero molto breve», così il responsabile dell'area medica dell'Inter Piero Volpi a "La politica nel pallone" su Gr Parlamento. Va indagato il problema su un argomento che ha aggiornato domenica la sua tragica attualità, con la morte di Mattia Giani, spirato all'ospedale di Careggi a soli 26 anni dopo un attacco cardiaco allo stadio di Campi Bisenzio, nei pressi di Firenze.
Duro Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova: «Alcuni politici italiani senza alcuna competenza scientifica e - soprattutto senza conoscere i referti medici - si interessano al caso di Ndicka per addurre i soliti sospetti sui vaccini. Ricordo loro che nel calcio italiano sono sempre successi eventi simili».
«I casi di malori in campo, in particolare nei campionati minori, si moltiplicano: è lecito chiedersi se siano solo casi. Presenterò un'interrogazione al ministro Abodi», così la senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini.
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