Neeskens, le magie dell'altro Johan. Con Cruijff era l'asse del calcio totale

All'Ajax vinse 3 coppe Campioni. La sua Olanda illuminò il calcio: 2 volte vice iridati. E il Barça lo rimpiange ancora

Neeskens, le magie dell'altro Johan. Con Cruijff era l'asse del calcio totale
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C'è stato un momento nel quale dalle gradinate del Camp Nou partiva un coro urlato rivolto ai giocatori blaugrana per scuoterli ed incitarli a reagire: «Neeskens, Neeskens, Neeskens». Johan si era ritirato molti anni prima dal Barcellona ma la memoria del suo carattere, dello spirito agonistico, della voglia matta di correre e stare nel gioco per tutti i novanta minuti aveva lasciato il segno fortissimo nella folla catalana abituata a gente di classe. Penso che quel cognome verrà di nuovo urlato alla prossima partita del Barcellona. Johan Neeskens improvvisamente ha concluso la sua vita mentre si trovava per lavoro, ambasciatore della federcalcio olandese, in Algeria. Aveva accusato un malessere poi divenuto malore infine collasso e morte. Il calcio oggi lo ricorda come uno dei più grandi centrocampisti dell'era moderna di questo gioco. Johann secundo, dietro al titolare onomastico Cruijff, atleta totale, fisicamente compatto ma rapidissimo nei movimenti, completo, agile, astuto, il riassunto dello splendido football olandese, l'arancia meccanica si scrisse, mutuando il titolo di un film violento, era la nazionale di Rinus Michels che vestiva magliette di quel colore e gli olandesi si muovevano tutti assieme, nella tattica dell'off side, nel contropiede, come le falangi dell'esercito romano.

La velocità gli apparteneva con il baseball, sport di adolescenza ma c'era da portare a casa qualche fiorino, dunque a bottega di ciabattino e in un negozio di fiori, ovviamente tulipani. Poi il football, il Racing Club Heemstede, dilettanti, seconda divisione. Di calcio. Il suo cognome circola nel football che conta, lo prende l'Ajax, in allenamento fa saltare le gambe a Vasovic, difensore slavo pilastro titolare, è come un passaporto per la prima squadra. La cronaca diventa storia. Johan Neeskens aveva una lunga chioma bionda, le bianche cavigliere irrobustivano ulteriormente stinchi e gambe già di acciaio, non conosceva tregua in campo, fosse l'Olanda e soprattutto l'Ajax con la quale conquistò consecutivamente tre coppe dei campioni prima di trasferirsi in Spagna dove l'attendevano Michels e Cruijff. A quel tempo gli stranieri ammessi erano due, la coppia olandese risultava più efficace di un intero organico. Il suo arrivo a Barcellona non fu agevole, al suo posto giocava l'idolo del Camp Nou, il peruviano Hugo Cholo Sotil, dunque Neeskens non era tesserabile ma il potere di Cruijff risolse il guaio regolamentare.

Neeskens contò 49 presenze con la nazionale e fu lui a realizzare l'unico gol, su rigore, della finale mondiale del '74 persa contro la Germania di Gerd Muller e di Franz Beckenbauer, quella partita segnò la fine del matrimonio con Marianne Schiphof. Dopo Barcellona, New York, di nuovo l'Olanda a Groningen, la franchigia del South Florida Sun, a chiudere, un po' di franchi svizzeri Baar e Zugo. Un'altra figurina strappata da un album bellissimo.

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