Perugia In fondo, che la colonna sonora dell'esodo stridesse con l'entusiasmo dei 3mila in viaggio verso l'Umbria era stato evidente. Solo l'entusiasmo della vigilia non aveva badato a pioggia e cielo cupo che da Monza a Perugia avevano messo in guardia. Ora, anche di fronte a una giornata di sole, glielo si vada a dire al popolo brianzolo uscito con il groppo in gola, dopo la Caporetto nell'ultima di B. Giocarsi con il vantaggio in classifica gli ultimi 90 minuti di campionato, per poi spiccare il volo verso la A, era qualcosa che non era mai accaduto nei 110 anni della storia biancorossa. Per certi versi, neanche in quel luglio 79 che sancì la promozione del Pescara: una partita che sarebbe poi divenuta pietra angolare del malinconico destino monzese.
Impossibile razionalizzare dicendo che ora ci sono pur sempre i playoff. Almeno per il tifoso brianteo, che sa come con gli spareggi non ci sia mai stato feeling. Così l'autoradio che ritma il rientro in Lombardia passa solo la litania di chi, a quella A mai raggiunta, ci aveva creduto fino in fondo. E via a discorrere dei timori per la post season, ma anche di un eventuale disinnamoramento della proprietà al giocattolo Monza. Non certo di Galliani, quanto di chi di soldi ne ha versati eccome, in tre anni e mezzo senza l'obiettivo fissato in partenza. E sul banco degli imputati non può che finirci anche lui, Giovanni Stroppa, per il quale solo poche ore prima si era pronti ad erigere una statua all'ombra dell'Arengario. Il suo Monza ha fallito, così come in stagione ha perso tanti se non troppi punti negli scontri diretti con le avversarie per la promozione. Limite caratteriale di un gruppo, vertigine nel momento più alto della vita di una società: quale che sia la causa, ora è il sintomo che fa male.
Il Monza dell'era berlusconiana aveva già ricevuto tre schiaffi: contro l'Imolese ai playoff per la B, in pieno recupero nella finale di Coppa Italia di C con la Viterbese, lo scorso anno nelle semifinali di playoff con il Cittadella. Cicatrici che sarebbero state cancellate dal lifting promesso dalla trasferta di ieri. E che invece oggi riaffiorano come rughe su un Monza che d'un tratto appare invecchiato, stanco.
Con il Perugia, nessun altro in serie cadetta ha regalato così alte percentuali di vittoria come i brianzoli, tra coloro che vantano almeno 15 precedenti: un valore che sfiora il 60%. In vista dei playoff, per evitare il baratro psicologico, il Monza può solo continuare a crederci: del resto, prima del Benevento il destino degli spareggi promozione sembrava certo e anche accettato.
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