Rende straordinario l'ordinaria amministrazione, Tadej Pogacar. Poteva starsene lì buono lo sloveno e fare un'accelerazione negli ultimi chilometri per sistemare ancora un po' la questione classifica, invece Taddeo non ha resistito ed è partito quando al traguardo mancavano 15 chilometri e da solo è andato a riprendere gli ultimi superstiti della fuga di giornata.
L'ultimo è stato Nairo Quintana, che non ha potuto far altro che prenderne atto della forza dello sloveno. Quarta vittoria di tappa per Tadej Pogacar. Dopo Oropa, la crono di Perugia e Piani di Tivo, arriva Livigno. Pogacar precede di 29 Quintana, di 2'32 Steinahuser. Dani Martinez e Gerain Thomas arrivano a quasi 3'. Il nostro Zana 11° ad oltre 3. Giornata difficile per il nostro Antonio Tiberi, che lascia per strada 4 minuti.
Ieri ennesima prova di forza in una tappa regina che ha però solo un re, questo ragazzo di soli 25 anni, con due Tour e sei classiche monumento in bacheca, che ha fatto suo il tappone con una autorità disarmante, rendendo il contorno piccolissimo. Di grande c'è solo lui e i distacchi rifilati. Alle spalle dello sloveno c'è Geraint Thomas a 6'41, Dani Martinez a 6'56, il nostro Antonio Tiberi quinto a quasi dieci minuti. Distacchi di altri tempi, si dice, ma Pogacar è un ragazzo del nostro tempo, che ci ha riportato a quelli di Eddy Merckx. Magia.
Tappa regina, degna di un re che onora come pochi la corsa rosa. C'era una volta l'equilibrio, spesso la noia, adesso c'è la superiorità di un fenomeno che non corre col bilancino del farmacista, ma libera il talento con il solo scopo di divertirsi e divertire. «È una delle giornate più belle della mia carriera spiega la maglia rosa -. A questa tappa puntavo da dicembre, quando ho visto il percorso, perchè conosco Livigno fin da juniores: è andato tutto secondo i piani. Non mi interessa correre per la leggenda, sono strafelice di aver vinto ancora, è un bel momento della mia vita. Giro chiuso? Ci sono ancora sei tappe, staremo attenti giorno per giorno, al Tour e a Vingegaard, ma non solo a lui, inizierò a pensare dopo questa settimana».
«Pogacar està tocando con la varita». Ha la bacchetta magica, ha detto qualche giorno fa il suo allenatore spagnolo Javier Sola a El Pais.
«Harry» Pogacar ieri in un sol colpo ha fatto sparire di fatto anche l'ultima settimana di corsa, quella che sulla carta generalmente risultare decisiva: adesso servirà solo a sistemare una classifica dove Pogacar ha scavato voragini tra sé e gli altri. Ma statene pur certi, quello che può apparire scontato, scontato non è: Pogacar non è venuto qui in gita ma a dare spettacolo, fino all'ultimo. Aspettatevi altre magie.
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