Tanti, troppi infortuni. Al punto che con appena due giornate di campionato alle spalle sono già 43 i giocatori delle squadre di Serie A attualmente fermi ai box. Solo Lazio e Bologna al momento non hanno giocatori infortunati, la Juventus però di indisponibili ne ha già sei. Alcuni sono di lunga data (come Chiesa e Kaio Jorge), altri sono più recenti (come Pogba e Di Maria). Fatto sta che, sommando i calciatori indisponibili in Serie A, al momento ci sono già quattro squadre in infermeria. Qualcosa non torna. Bisogna sempre fare la distinzione fra infortuni muscolari e traumatici, ma il fisico dei giocatori è troppo sotto sforzo. Lo stress al quale sono sottoposti è elevatissimo, e questo non aiuta.
«È una stagione anomala, cominciata prima del dovuto. Le amichevoli servono proprio per creare una robustezza nei calciatori. Il precampionato compresso può senza dubbio essere un fattore che incide in maniera sensibile sugli infortuni. Questo per quel che riguarda gli infortuni muscolari. Su quelli traumatici purtroppo non si può prevenire. Un crociato interiore non resiste alla torsione eccessiva del ginocchio», spiega Marco Cesarini, ex responsabile della prevenzione degli infortuni del Milan (2015 e 2016). «Per prevenire gli infortuni è importante anche che gli allenatori sfruttino i 5 cambi. Per sovraccaricare meno i calciatori». Anche se lì, inevitabilmente, dipende anche dalla qualità tecnica dei giocatori. Da Wijnaldum, che in allenamento, con la Roma, si è fratturato il perone, fino alla frattura del perone del monzese Andrea Ranocchia a Napoli e dell'atalantino Djimsiti col Milan, passando per la lussazione alla spalla per Zaniolo (anche lui della Roma), il bollettino medico della Serie A è preoccupante. Se ai vecchi infortuni si aggiungono anche quelli dei vari Chiesa (crociato anteriore sinistro), fermo dal gennaio scorso (tornerà a ottobre), Castrovilli (crociato anteriore, collaterale mediale) operato ad aprile per uno stop di 10 mesi, Dalbert, per l'empolese Tonelli e per il romanista Darboe (tutti con la stessa diagnosi), il quadro è ancor più inquietante. Il fatto che fino a novembre si dovranno giocare altre 13 partite di campionato e 6 delle varie competizioni europee (Champions, Europa e Conference League) non fa che sovraccaricare ulteriormente i calciatori.
La crisi economica impedisce, specie alle squadre non di prima fascia, di avere rose lunghe, e tutti questi infortuni non fanno che abbassare la qualità del campionato, già messa in crisi proprio dagli impegni ravvicinati. E dopo sole due giornate di campionato ci sono già tanti, troppi, infortuni.
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