Ci mancherà. Perché come Kimi in Formula 1 non c'è nessuno. Ormai non era più il Räikkönen del Mondiale 2007, l'ultimo della Ferrari, ma bastava poco per ricominciare ad amarlo. Qualche messaggio via radio. Una partenza pazzesca come quella dell'ottobre scorso in Portogallo. Ancora oggi è uno dei piloti più amati del circus, soprattutto in Italia. La sua biografia autorizzata è stata per settimane in testa alla classifica di Amazon. Perché la gente lo ami così tanto è uno dei misteri gloriosi della Formula 1, spiegato probabilmente dal suo modo scanzonato di prendere la vita e dalla sua velocità. Kimi tratta tutti allo stesso modo, dal presidente al ragazzo della posta. E ama tenere il casco addosso, almeno non deve rispondere alle domande. Quello che deve dire preferisce dirlo direttamente alla radio. I suoi messaggi sono delle hit. «Leave me alone, I know what I'm doing», «Lasciatemi solo, so quel che faccio» pronunciato nel 2012 ad Abu Dhabi mentre inseguiva la sua prima vittoria in Lotus, è diventato una maglietta di culto per i suoi tifosi che ora saranno in lacrime dopo aver letto l'ultimo messaggio: «Mi ritiro a fine stagione. Non è stata una decisione facile, ma dopo quest'anno è tempo di cose nuove».
Iceman è un soprannome che rende bene il personaggio; il Santo Bevitore un nomignolo che sottolinea solo il suo lato oscuro. Kimi è un pilota dal talento enorme, la sensazione è che se si fosse impegnato un po' di più avrebbe potuto vincere molto di più. Nel 2008 se Massa ha perso il Mondiale dopo esser stato campione per 38, pensate dove sarebbe potuto arrivare un Kimi in palla come quello dell'anno precedente, quando al suo debutto in Rosso riuscì a conquistare il titolo all'ultima gara infilandosi tra i litiganti di casa McLaren Hamilton e Alonso.
Non avremmo mai immaginato di vederlo in pista a più di 40 anni, invece chiusa la sua seconda esperienza in Ferrari, è rimasto in famiglia con la sua vecchia Sauber diventata Alfa Romeo trasformandosi insieme a sua moglie Minttu in perfetto uomo spot, un po' come Totti e Hilary. Ha continuato a divertire e a divertirsi. Ci ha regalato altri messaggi radio impagabili. Ma ormai gli mancava qualcosa. Si è sentito un po' come Valentino, ha deciso che a quasi 42 anni (li compirà a ottobre) era meglio smettere e dedicarsi alla famiglia.
Il piccolo Robin va già come un fulmine. «Io non lo forzo, se ha voglia di andare in kart lo accompagno, se no andiamo a pescare», ci ha raccontato poche settimane fa. La sensazione è che finito un Raikkonen ne vedremo presto un altro.
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