Formula 1 e MotoGp rischiano di vivere un'estate davvero monotona. Vincono sempre loro. La Red Bull tra le auto e la Ducati tra le moto. Con un paio di differenze sostanziali: quello Red Bull è un dominio di Verstappen che in casa ha un rivale piccolo piccolo come Perez, mentre quello Ducati è un dominio con facce diverse che ha in Bagnaia il centro, ma tutt'attorno una serie di satelliti pronti a togliergli la luce. E poi, come sempre capita qui da noi, se a dominare sono la Ferrari o la Ducati nessuno si annoia. Se c'è qualcuno che spegneva la tv negli anni dell'epopea Schumacher, faccia un passo avanti ora o taccia per sempre
Che cosa ha portato ai domini paralleli di Red Bull e Ducati? La stessa supremazia tecnologica, la medesima voglia di inseguire la perfezione, l'identica volontà di non sentirsi mai arrivati e di voler continuare a migliorarsi gara dopo gara. Adrian Newey da una parte e Gigi Dall'Igna dall'altra sono il meglio dei loro settori. Geni che tutti gli avversari vorrebbero avere con loro. Sono avanti anni luce sulla concorrenza. Hanno trovato soluzioni che gli altri possono solo copiare. Hanno aggiunto qualità a mezzi già praticamente perfetti. Newey ha trovato pure il pilota perfetto, quello che non sbaglia più. Dall'Igna su questo ci deve ancora lavorare. La Red Bull ha vinto 8 gare 8 più la Sprint Race di Baku; la Ducati ha vinto 6 gare su 7 e sei Sprint su 7. Il mondiale di Formula 1 è già nelle mani di Max Verstappen per il terzo anno consecutivo, quello di MotoGp invece può trasformarsi in una bella lotta in famiglia tra Pecco, Bezzecchi e l'intruso Jorge Martin che ha fatto il pieno in Germania. Gli errori di Pecco che ha già collezionato tre zeri in classifica (Argentina, Austin e Le Mans) tengono aperto il campionato che comunque vada è un monocolore Ducati tra squadra ufficiale e squadre satelliti come VR46 e Pramac. La MotoGp in più è un festival di piloti italiani, con tanti figli diretti di Valentino che si scannano per l'eredità. Una noia che non annoia, verrebbe da dire.
Con buona pace di Max il cui dominio, invece, comincia a rompere un po' le scatole (sono 224 giri di fila che nessuno riesce a mettergli il naso davanti). Ma non si può certo fargliene una colpa. Lui in fin dei conti si divertiva anche quando doveva duellare con Hamilton o Leclerc. Sono loro che non hanno retto il passo.
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