Ci si aspetta uno sloveno e uno sloveno arriva: Matej invece di Tadej. Mohoric invece di Pogacar. La cosa bella è che tutti i superfavoriti della vigilia, quelli che riescono a prendere il via alla Classicissima, danno battaglia senza esclusione di colpi, in un finale esplosivo sul Poggio, dove il bimbo prodigio prova a far saltare il banco e invece a saltare, questa volta è il campione nazionale della Slovenia: di gioia! Vince lo sloveno che non ti aspetti, quel Matej Mohoric che solo un anno fa si faceva notare per un volo pazzesco a testa in giù, in una tappa del Giro d'Italia. Questa volta sempre di volo si tratta: lungo la discesa del Poggio, affrontata come un kamikaze, come se non ci fosse un domani. Ricorre alla specialità della casa: andare forte in discesa, e ancor più forte a cronometro. Questo gli basta per difendere fino al traguardo quel pugno di secondi col quale centra la prima grande classica in carriera.
Gli strafavoriti Wout Van Aert e Tadej Pogacar, oltre al sorprendente Mathieu Van der Poel che non correva da quasi sei mesi, sono tutti lì dietro a questo ragazzo di ventisette anni, iridato da juniores nel 2012 e l'anno dopo negli under 23 a Firenze, con in bacheca una tappa al Giro, una alla Vuelta e due all'ultimo Tour. Coglie l'attimo, Matej. E in un attimo perde tutto Giacomo Nizzolo, che correva con un casco sul quale erano riportate le parole del tormentone sanremense de La rappresentante di lista «Ciao Ciao». Chiedeva un po' di... fattore c, ma la sua corsa finisce lungo la discesa del Poggio: per terra. Ci è andata male.
Il primo degli azzurri è Antonio Albanese 11°, ma chi ama il ciclismo e questa generazione di fenomeni, non può che essere felice. Il divertimento c'è ed è assicurato. È vero, ultimamente si divertono sempre gli altri: che poi sono quasi sempre sloveni.
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