Ormai ci siamo. Uno degli ultimi ostacoli al matrimonio tra Roberto Mancini e la Nazionale è caduto. Lo Zenit San Pietroburgo, di cui Mancini è ancora allenatore, ha accettato la richiesta dell'ex tecnico di Lazio e Inter di rinunciare a tutti gli emolumenti in cambio della risoluzione anticipata del contratto. Il club russo lo ha annunciato con un comunicato apparso sul proprio sito.
Anche gli ultimi dubbi si sono dissipati: sarà Roberto Mancini a prendere il posto di Gigi Di Biagio sulla panchina dell'Italia. La settimana scorsa, il tecnico jesino aveva già trovato un accordo di massima con la Federcalcio per diventare il nuovo c.t. azzurro. Ma c'era un problema. Infatti, il Mancio era ancora sotto contratto con lo Zenit San Pietroburgo e non poteva ancora liberarsi.
Ma la volontà di Mancini era chiara. Troppo ghiotta la chance che gli è stata offerta dal commissario della Figc Fabbricini e dal vice-commissario Costacurta. Imperdibile l'opportunità di ricucire il suo tormentato rapporto con la maglia azzurra, quantomeno da giocatore. Ecco perché Mancini ha preferito rinunciare ai 12 milioni di euro d'ingaggio che avrebbe ricevuto di qui a due anni.
A questo punto è solo questione di tempo. L'ormai ex allenatore dello Zenit lascerà la Russia nelle prossime ore per tornare in Italia, dove firmerà il suo nuovo contratto con la Federcalcio. Secondo le indiscrezioni, un contratto biennale con opzione per il rinnovo fino al 2022. L'Italia lega così il suo destino a quello di Mancini. A lui l'ingrato compito di riportare il calcio italiano ai vertici mondiali, anche se nel prossimo biennio l'obiettivo sarà quello di centrare la qualificazione agli Europei del 2020.
Il matrimonio tra Mancini e l'Italia
inizierà con il raduno del 22 maggio. Sei giorni dopo il debutto ufficiale sulla panchina azzurra, nell'amichevole contro l'Arabia Saudita. In cui potrebbe tornare a vestire la maglia della Nazionale un certo Mario Balotelli.
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