Parigi - Un indomabile ragazzo di 37 anni, gemello di Filippo Ganna nella data del compleanno (25 luglio), ha risollevato il giorno uggioso della scherma italiana, accollandosi ancora una volta l'onere di aprire il forziere dei suoi podi: bronzo stavolta, mentre tre anni fa a Tokyo era stato argento. Ma sempre lui a condurre la ciurma.
Eccolo Gigi Samele, con la faccia sorridente di un bambino che ha avuto il regalo più bello: saltellante, con lo sguardo che non smette di sprizzare vitalità e felicità. E così lo ha visto anche il presidente Mattarella che non si è perso la finale del terzo posto nel Grand Palais di Parigi dove ha incontrato anche Macron salutandolo con un caloroso abbraccio. Un palazzo antico e imponente, regale nelle scalinate dalle quali i ragazzi della scherma scendono come duellanti di una bella epoque.
«Il presidente Mattarella vuol salutarti, mi hanno detto. Sono diventato color bordeaux. Salutare me?» si è chiesto quando lo hanno informato prima della finale. «Devo fare, devo dare tutto: mi sono giurato. Qui c'è il presidente che fa il tifo per me. Come sentire tutta Italia».
E altrettanto ha raccontato a Mattarella quando, ormai, il bronzo era conquistato. «È stato un abbraccio lacrime e sudore. Sognavo la medaglia, oggi mi sono fatto un gran regalo. Non bisogna mai smettere di sognare». Bronzo e così sia per l'uomo che a Tokyo aveva dato il via all'ottimismo. Stavolta è toccato a Filippo Ganna giocarsi la staffetta e dargli il cambio. Ma Samele, ragazzo dalla barba che ricorda un altro campione dei salti nella storia, finirà nella storia appunto perché mai nessuno aveva conquistato due medaglie nella sciabola in Olimpiadi consecutive. Dice lui: «Ho perso tante medaglie in altre occasioni, ma ai Giochi mi sento un po' di casa». Questa è il quarto podio: due argenti e due bronzi. Manca l'oro, però stavolta c'è appagamento a prescindere per un campione che, dopo Tokyo, stava pensando di chiudere con la scherma. I problemi non sono mancati neppure dopo. «Ho vissuto gli ultimi due mesi con ansia. Temevo di non farcela». Uomo di coraggio e spessore umano come ha dimostrato nel marzo 2022 quando ha aiutato la sua compagna, la sciabolatrice ucraina Olga Charlan, a scappare dal Paese suo, con tanto di famiglia, per rifugiarsi a Bologna. Storia che tanti conoscono, ma val sempre la pena ricordare.
Ieri il nostro è andato in fuga nella caccia all'oro: ha mandato a casa il canadese Gordon, poi il derby italiano con Luca Curatoli, amico e compagno di stanza da diversi anni. Certo non è mai bello vedersela con un amico. Ma lo sport insegna anche questo. Più faticoso sbarazzarsi dell'egiziano Egy Amer, partendo da un pericoloso 0-4 per poi giocarsela punto su punto. E nel frastuono del Palais, volava più dirompente la voce di un uomo solo contro tutti: il fratello Riccardo. Uno spettacolo nello spettacolo. A quel punto la semifinale gli ha presentato l'avversario diventato presto un muro, bestione da un metro e 96 molto fisico. Coreano di patria, Oh Sanguk, dieci anni di differenza, lo ha fatto fuori senza mezzi termini (15-5). Però c'era Mattarella, Samele non poteva sbagliare. «Pareva di essere in un parco gioco in questo Grand Palais: entusiasmo, tifo. Ed eccoci qui».
Eccoci qui nella sfida con l'egiziano Elsissy Ziad: avvio spumeggiante, poi un po' di souplesse, qualche tremore fino al 15-12 finale. Si, questo è un bronzo. «Un bel modo di essere felice». Parola di campione e, aggiunge lui, di un uomo della Guardia di Finanza. Che non tradisce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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