La Serie A "salva" la Salernitana di Lotito

Ecco perché le società chiedono di prolungare i termini per la vendita del club

La Serie A "salva" la Salernitana di Lotito

La Salernitana - e con essa la serie A con il format a 20 squadre - è salva. Per ora. Perché ieri, l'assemblea dei club riuniti a Milano dopo un paio di mesi, ha chiesto con voto unanime al consiglio federale di concedere al trust che guida le trattative per la cessione una proroga fino al termine della stagione. Di fatto ha forzato la mano al presidente Gravina che aveva già inserito all'ordine del giorno del prossimo consiglio (fissato per martedì 21 dicembre) l'argomento «con successive determinazioni».

La regola è questa: o il trust trova un acquirente entro il 31 dicembre oppure il club viene cancellato e condannato a ripartire dalla serie D. In vista dell'assemblea, in una sequenza di dichiarazioni quasi studiata a tavolino, sono intervenuti il sindaco della città a difesa dei tifosi e uno dei responsabili del trust, Paolo Bertoli. Quest'ultimo ha espresso due concetti: «Non abbiamo espresso un prezzo o posto vincoli». La sostanza è che serve più tempo, non sono pervenute richieste. Anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha espresso «la speranza che non avvenga la cancellazione della Salernitana». Quando la palla è passata all'assemblea della serie A, un consesso incapace spesso di trovare accordi sugli argomenti di maggiore importanza (tipo le maggioranze per la governance, la quotazione di alcuni diritti tv), si è verificata una sorta di miracolo. Tutti i club hanno infatti espresso l'orientamento di vincolare i tre rappresentanti in consiglio federale (Marotta, Lotito e Dal Pino) a chiedere una proroga dell'ultimatum al governo federale.

La spiegazione è di due tipi. Una legata all'aspetto dell'immagine del movimento e regolamentare del torneo espressa dal presidente del Torino Urbano Cairo: «Sarebbe brutto finire la stagione in 19 invece che in 20». L'altra molto più pratica, legata agli interessi di classifica delle squadre coinvolte nella retrocessione. Con la Salernitana staccata con 8 punti in fondo alla classifica, e perciò nell'immaginario condannata a retrocedere già a metà campionato, gli altri posti a rischio diventano due e non più tre. Claudio Lotito, il probabile tessitore di questa improvvisa unanimità, ha spento i riflettori: «Io sono fuori, non ho nessuna parte». In effetti, sul piano pratico, i disponenti, sono suo cognato Mezzaroma e suo figlio. Ed è a loro che Gravina chiederà di presentare la richiesta ufficiale di deroga con l'intento di vincolare il via libera al rinvio con un documento molto stringente. «Perché - spiegano alcuni - non si può passare la patata bollente alla serie B!».

Ecco perché la Salernitana, per ora, è salva, messa al riparo dalla sua stessa debolezza calcistica. Ma è escluso che si possa continuare con due squadre di proprietà anche per evitare quelle famose valorizzazioni tra Lazio e Salernitana che in passato hanno agito sui bilanci al pari delle plusvalenze.

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