Ma la sfida con Carlos è già vero romanzo

Un dualismo che potrebbe diventare come tra Borg e McEnroe o Agassi-Sampras

Ma la sfida con Carlos è già vero romanzo

«Non ammetterò mai di aver avuto il poster di Borg in cameretta, ma di sicuro lui è quello che mi ha ispirato nel scegliere il tennis». Una grande rivalità può nascere proprio così, come quella appunto tra John McEnroe e il suo contrario svedese, oppure - seppur in altro modo - Agassi contro Sampras o Federer contro Nadal (sacrilegio?). Ecco dunque cosa vuol dire Sinner-Alcaraz, perché è vero che il tennis è uno sport per anime solitarie, «ma per fare certe cose bisogna essere in due», come ha detto Jannik dopo la semifinale spettacolo di Miami. I 20 giorni dei Master 1000 americani di primavera lasciano dunque questo, un profumo, una sensazione, un brivido, una certezza. «Quando siamo in campo noi due c'è qualcosa di diverso» ha detto Carlos, che poi ha rimarcato il concetto: «L'aver perso il numero 1 del ranking non è la mia preoccupazione: devo prima capire come battere di nuovo Sinner». «Di sicuro risponde l'altro insieme ci divertiamo». Ed è così: quando sono in campo non hanno scrupoli, fuori vanno molto d'accordo e spesso si allenano a colpi di selfie. Si può essere nemici senza esserlo. E allora: Sinner contro Alcaraz (e viceversa) è la partita che porterà il tennis del futuro a un nuovo livello? La risposta viene cercando tra i nuovi fenomeni under 21: si potrebbe pescare giusto Holger Rune, che in effetti ha tutto per contendere ai due la vetta della classifica. Ma non c'è lo stesso pathos, la stessa attesa, la stessa aura tennistica, quando l'irascibile danese incrocia quei ragazzi della sua generazione. Non c'è lo stesso fremito, in pratica, quello che ci ha regalato il momento più visto della semifinale (i 25 colpi senza respiro) che ha fatto impazzire il pubblico e che L'Equipe (lo stesso, cari amici francesi, che mesi fa aveva definito Sinner «un perdente di successo») ha raccontato come sia stato «il punto dell'anno, forse del decennio, sicuramente del prossimo futuro». E d'altronde l'ex numero 4 del mondo James Blake, a bordo campo, visto da vicino il passante con cui Sinner ha chiuso quella meravigliosa follia, ha esclamato: «È il più bel colpo che abbia mai visto».

Succede, quando gli estremi si toccano per formare qualcosa di unico, succede quando una grande rivalità diventa quasi un brand: «E quando mi ha fatto quel punto ho pensato: Jannik è imbattibile». Vero, questa volta, per Alcaraz, eppure invece è stata solo una virgola dopo un punto esclamativo. Perché questo capita, quando il romanzo del tennis diventa storia.

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