Un uomo solo al comando, un uomo d'oro: Gregorio Paltrinieri. Il carpigiano vince in 14'3280 col record europeo e torna re del mondo nei 1500. «Prima della gara, i miei amici mi dicevano che ero quotato a 26. E ho pensato: ma come si permettono!». Mai scommettere contro Greg.
Una gara dominata quella dell'azzurro. Partito dalla corsia numero 1, Paltrinieri decide di imporre un ritmo alto fin da subito. Il suo tecnico Fabrizio Antonelli, ad ogni passaggio, gli urla di andare: «Vai Greg!». E lui inizia a divorare la vasca, metro dopo metro. Nessuno riesce a stargli dietro: né lo statunitense Finke, né il tedesco Wellbrock. Gli avversari sono disorientati, mentre Greg continua nella sua cavalcata spaziale, sempre in crescendo, con frequenze impossibili per gli altri. C'è aria di impresa. E non ci sono solo gli italiani a tifare sugli spalti: tutta la Duna Arena di Budapest diventa un catino ribollente. Qui è dove il carpigiano ha vinto il titolo mondiale nel 2017, un anno dopo l'oro olimpico di Rio. Ora è un altro Gregorio, ma la sua nuotata resta micidiale. Come il suo passo: ai 400 è sotto il limite del record del mondo del discusso cinese Sun Yang. Incrementa agli 800. Un uomo solo al comando che arriva ai 1300 con 279 di vantaggio sulla compagnia: per gli altri è lotta per l'argento e il bronzo, per Gregorio è una sfida contro il cronometro. Ai 1400, al suono della campana, è ancora sotto il record. Negli ultimi 100 metri, però, gli sfugge via e deve accontentarsi del primato europeo e del record dei campionati. Alle sue spalle, l'olimpionico Finke chiude in 14'3670, davanti al campione uscente Wellbrock, in 14'3694.
Il proscenio, dunque, è tutto di super Greg. «Questo è un sogno», dice ancora col fiatone all'uscita dalla finale. Prima, però, dopo il tocco trova il tempo e le forze di salire sulla corsia e ruotare la mano destra vicino all'orecchio, come a dire: «Capito come vanno le cose, ci siamo spiegati?». No, proprio non gli va giù quella quota dei bookmakers. «Io sapevo di poter vincere i 1500 ribadisce il capitano dell'Italnuoto -. Dopo gli 800 ero super deluso. Ma mi diverto ancora tanto ad allenarmi e gareggiare. Io investo sempre tutto me stesso per questi momenti di grande gioia. Ogni giorno cerco di portare l'asticella più in alto. Ma non è un problema. Non la soffro come situazione. Ma è sempre più difficile. E ho quasi 28 anni. Mentre gli altri dicevano tanto ormai Gregorio non vince, ci sono questi nuovi, io ci credevo sempre e questa è la cosa più importante».
La sua vittoria, poi, ha avuto il merito di spingere i compagni di squadra: «La prestazione di Gregorio ci ha gasato a manetta», conferma Miressi, l'ultimo frazionista azzurro della 4x100 mista d'oro. E non credete che sia finita qui: ci sono ancora le gare di acque libere. Stamattina c'è la staffetta, domani la 5 km e mercoledì la 10 km olimpica. Capitan Greg non vede l'ora di tuffarsi.
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