Nostro inviato a Maranello
Fernando sorride. Strano di questi tempi. Sorride perché lo diverte vedere i giornalisti uscire uno ad uno dal grande simulatore Ferrari. Hanno provato la sua monoposto sul circuito virtuale di Monza. Addolcita nel grip, in certi, molti parametri. Però era lei, la F14T. E sono stravolti. C'è chi non ha concluso un giro, chi ha alzato bandiera bianca a metà prova, chi è rientrato ai box in preda alla nausea. «Tranquilli, non ho visto niente Anche a me a volte viene nausea. Lo uso per dovere, ma non mi piace per niente» confida lui. È una delle reazioni fisiche quando il mondo virtuale scuote e inganna. A Kimi viene sempre mal di stomaco. Per cui rinuncia. Se lo spagnolo usa il simulatore 10, il finlandese lo usa 2. Forse anche in questo sta il segreto di certe differenze in pista.
Fernando, domenica il Gp d'Italia.
«E dobbiamo fare la gara più bella dell'anno. Per il nostro pubblico. In più c'è quel podio splendido, in alto sopra la folla. In quattro anni ho avuto la fortuna di salirci quattro volte. Stavolta sarà molto difficile. Ma tutto può sempre succedere».
Quanto è frustrante?
«Tanto. Mai arrivati qui così in difficoltà. In passato le idee erano chiare: pensavo al mondiale o a vincere la gara. Ora la testa è per aria. Possiamo chiamarla frustrazione, tristezza. Da 11 gare lavoriamo per tornare ad essere più competitivi. E lo siamo. Però non basta. Restiamo a 1 secondo e 6 dalle Mercedes».
I passi avanti a cui accenna danno ottimismo per il 2015?
«Tutto aiuta. Ma il ritardo che abbiamo dalla prima gara resta immutato perché per regolamento non si può lavorare sulla power unit ».
Rosberg ed Hamilton sono alla guerra totale.
«L'incidente avuto a Spa è stato un normale evento di gara. Neanche un chirurgo avrebbe potuto farlo apposta. Però fra compagni bisognerebbe tenere più margine. Ricorda la lotta fra me ed Hamilton nel 2007. Ciò che sorprende è che Nico e Lewis erano amici veri fin da bambini».
A proposito: Verstappen preso dalla Toro Rosso a neppure 17 anni?
«Per l'immagine della F1 non è il massimo. Quando ero piccolo io, arrivare sembrava un'impresa da super eroi: uomini che gestivano macchine da 1000 cavalli, Senna e Prost che sul podio quasi non stavano in piedi. Adesso, un ragazzino di 10 anni vede tutto questo e pensa che la F1 sia cosa per umani. Non per super eroi. Piloti di 17 anni, macchine più facili, più lente. Ricordo i miei primi test: alla sera non riuscivo a dormire per il dolore al collo».
Si diverte ancora?
«Meno con queste auto. Voglio adrenalina. Comunque sento di avere davanti almeno altri 10 anni di corse».
Cosa si aspetta dalla Ferrari del 2015?
«Un'auto da titolo. Però un ritardo di 1 e 6 è più grande che in passato. I prossimi 6 mesi saranno una sfida. Vedremo ».
Ottimista?
«Abbiamo scoperto i punti deboli. Ma dobbiamo migliorare tanto.
Non sembra ottimista. E sul suo futuro in Rosso?
E' dal 2013 che ci sono voci. Tolgono serenità. A me, alla squadra, ai tifosi. Stressano. Mi rende però orgoglioso che altre squadre (McLaren Honda, ndr) dicano apertamente di volermi. Ma da un anno ripeto che voglio prolungare con la Ferrari.
Lei vuole rinnovare, la Ferrari anche, quindi ...
Quindi siamo lì.
Questo per il dopo 2016, quando scadrà il suo contratto. Ma le voci che la stressano riguardano un addio anticipato.
«Ho altri due anni di contratto e voglio restare i prossimi due anni almeno». Sorride, ci gioca, altro che stress, è lui ad alimentare le voci. Prosegue. «La Ferrari ti dà altro oltre le vittorie. Bisogna sistemare molte cose, questo sì, ma con Mattiacci c'è la volontà di cambiare molto, di essere più aggressivi e questo rende più attraente l'idea di restare. Probabilmente, essere in lotta ogni anno per il titolo non ci ha permesso di notare alcune debolezze che avevamo in altre aree. Con il blocco dei test siamo stati lenti a reagire. Ormai è più una F1 da computer e simulatori. Abbiamo impiegato troppo a capirlo».
Mattiacci è arrivato digiuno di F1.
«Il suo è un approccio nuovo. Che non sapesse di F1 ha vantaggi e svantaggi. Riguardo ai primi, non ha idee vecchie e preconcette. Quanto ai secondi, deve fidarsi della gente di cui si circonda. Mi ricorda Briatore».
Briatore chiamato come consulente per lo show in F1.
«Certo, è un genio in queste cose. Ha una visione particolare, diretta, a volte troppo».
Ha suggerito di bagnare la pista per creare spettacolo.
«Ecco, questa è troppo diretta».
Audience in calo ovunque.
«Colpa delle paytv, delle auto lente, del rumore che manca e che era musica di violino per i tifosi. Ma le gare sono divertenti».
Monza le piace?
«A Monza, con sole 5 curve, manca adrenalina».
Nel 2013 diceva tra Hamilton e Vettel, scelgo Lewis.
«Non cambio idea. Non è al livello di Hamilton. E sta soffrendo».
A Monza vince se
Se ci saranno enormi casualità,
se la Mercedes ci aiuterà e se ci concentreremo sui nostri se per dare il massimo. Quello che non abbiamo dato a Spa e in Ungheria».Questione di batterie scariche, di errori di strategia, di Fernando che non ne può più.
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