Ferrari, delusa e confusa. Alonso: "Ma ce la faremo"

Vettel vince e allunga di nuovo. Raikkonen insidia Fernando 4°. Felipe ancora ko Pazza F1: ferito un cameraman. E una monoposto senza pilota attraversa la pista

Ferrari, delusa e confusa. Alonso: "Ma ce la faremo"

Nostro inviato al Nurburgring

La strategia finisce in un nulla. Le speranze di rosso vestite svaporano via dopo pochi giri e grazie al cielo che alla fine acchiappano pure un quarto posto. La Germania è di Vettel che non l'aveva mai posseduta. Gli urletti a fine gara lo confermano. Molto felice il ragazzo tre volte campione. Si riprende 13 dei 15 punti regalati ad Alonso con il ritiro di Silverstone e si issa a più 34 sullo spagnolo. Più o meno vuole ripetere il 2012. Parliamone. Nel Gp che ha riconciliato la Pirelli e le gomme con la sicurezza, nella gara che ha segnato un piccolo ritorno al passato nel senso di polimeri, quelli posteriori, stile 2012, la Ferrari che li temeva ha pagato, la Lotus che li temeva si è esaltata con Kimi e Grosjean a podio, la Mercedes che li temeva si è vaporizzata con Hamilton furioso, la Red Bull che li voleva si è scatenata. Parliamone.
Il Gran premio über alles va in archivio dopo aver aperto parecchi interrogativi. Come possono gli strateghi di Maranello toppare in questo modo la pianificazione di gara? Come possono le frecce d'argento spuntarsi di nuovo? Come possono le Lotus restare in pista con le gomme tenere quanto la Ferrari con le dure e Kimi addirittura dice «potevo fare un pit in meno e avrei vinto»? Come può un pilota, Jules Bianchi, lasciare auto ferma in folle in salita e non pensare che questa parta all'indietro attraversando la pista e grazie al cielo che non passava nessuno? Parliamone.

Gomme soprattutto gomme, pirlata di Bianchi esclusa. Questa è la risposta a tutto. C'è chi le doma un poco e chi nulla. Quanto alla Ferrari in difficoltà, vero che la strategia adottata, catenacciante e penalizzante in qualifica, poteva rendere e portare addirittura al trionfo. Ma non è possibile che un grado in più di temperatura le sballi così tanto il rendimento delle gomme. «Dovremo capire meglio come si comportano …» butterà lì poco convinto Alonso. C'è da lavorare. Per comprendere, per correre ai ripari in attesa che tutto l'ambiente torni a una F1 meno polimerico-dipendente. «Prima noi eravamo i migliori in gara e così così in qualifica e ora siamo rimasti tali al sabato ma la domenica altri si sono avvicinati, però ragazzi, siamo a metà stagione, tutto resta in gioco» dirà Stefano Domenicali. Vero. Ma vero anche che non ci si raccapezza più. La sensazione è questa. Il quarto posto viene vissuto come un buon risultato altresì il meno peggio. «E non oso pensare che cosa sarebbe successo se fossimo partiti con le morbide» dirà Alonso. Tralasciando la safety car che comunque un po' ha ricompattato. Alonso che finirà la corsa ammutolendo il motore per evitare guai sul peso della benza, «volevamo essere sicuri del quantitativo minimo, (un litro, ndr)» confermerà Domenicali. Mica rincuorante. Lo saranno invece altre parole di Fernando. Queste: «Dopo Silverstone abbiamo compreso determinate caratteristiche aerodinamiche e su queste lavoriamo e per queste sono fiducioso per il futuro».

Crediamogli. Ma parliamone anche. «Negli ultimi Gp non siamo andati molto bene, ma non vedo in giro team che in questi hanno fatto più punti di noi…» aggiungerà. «Sono 4 anni che mi trovo a lottare con Vettel e dopo il 2010 questo resta comunque quello in cui sono più fiducioso». «Ci manca il passo, ma non dobbiamo colmare un divario di secondi come negli altri anni…». Sa di estremo tentativo di motivarsi e motivare e non arrabbiarsi. C'è ancora margine per farcela. Vero.

Poi cerchi Massa, poi pensi a lui in testacoda dopo pochi giri per frenata sballata ed errore suo, pensi alla F138 con il cambio bloccato in quinta e al ritiro e allora la sensazione di incertezza e confusione aumenta. Però adesso non parliamone più.

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