La nuova vita di Raffaele Palladino comincia oggi. Ore 14, U-Power Stadium, Adriano Galliani seduto una sedia più in là. Sarà il momento in cui verrà presentato come nuovo allenatore del Monza, dopo che già ieri pomeriggio ha diretto il primo allenamento a Monzello. Da preparare c'è la partita di domenica con la Juventus, proprio la squadra che il Palladino calciatore ha reso famoso. Del Palladino allenatore, invece, meno persone ne conoscono le doti. Tra queste, Ivan Juric, che nella Genova rossoblu lo allenò e anche per quel motivo, la scorsa estate, lo avrebbe voluto alla guida della seconda squadra del suo Torino. Per blindarlo, Galliani che aveva apprezzato la qualità della sua Primavera lo scorso 13 luglio gli aveva rinnovato il contratto al giugno 2023. L'ad del Monza, estimatore dichiarato di Juric, sapeva di avere tra le mani un talento da custodire. Ma chissà che il colpo di fulmine non abbia una data precisa: 22 maggio 2019. Oggi come quel giorno, a sedere accanto a Palladino c'è Adriano Galliani. Lo stadio però è il Galli di Imola, l'occasione è il ritorno dei playoff di serie C. Da Palladino, poche parole: qualità, attacco, remuntada. Concetti affini alla filosofia societaria e in quel momento espressi per presentare la gara. Il Monza, reduce dalla finale di Coppa Italia di C persa al 93' a Viterbo, vincerà 3-1 in Romagna, ma in virtù del risultato dell'andata dirà comunque addio ai sogni di serie B. Palladino in quei giorni è un giocatore a fine corsa, che Brocchi non farà mai debuttare. Ma poche settimane più tardi, per lui in biancorosso inizierà il percorso da allenatore.
Ritrovarsi oggi a guidare una squadra di A, per di più nella settimana in cui arriva la Juve, può stupire per le tempistiche dell'ascesa. Ma l'orologio, come i risultati del campo, non aspettano nessuno. Chiederne conferma a Giovanni Stroppa, che a Palladino ha lasciato il posto, dopo 5 sconfitte e un pareggio in questo primo mese di campionato. E che oggi vede il collega, 16 anni di meno, involontario Bruto della sua esperienza monzese.
Stroppa i panni del Cesare biancorosso li ha vestiti elevando il Monza a una dimensione mai sperimentata prima: gli sono bastati 14 mesi e 8 giorni per tornare nella Brianza che lo vide ragazzo, prendersi in mano una squadra che aveva fallito i playoff e centrare la prima promozione in serie A, nell'anno 110 della fondazione. Veni, vidi, vici. Ma ancorarsi al passato sarebbe stato troppo poco, per il club che punta alla salvezza. E che ora nelle qualità di Palladino ci vede il futuro.
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