Che sia stato un bomber, dentro e fuori dal campo, lo si era sempre saputo. E ora Tino Asprilla, indimenticabile puntero del Parma d’oro degli anni ’90, ha lanciato nelle scorse ore la linea di preservativi a cui ha dato il suo nome, anzi il suo soprannome "El Tino". E per la presentazione ufficiale dei Condones Tino, Asprilla è riuscito a coinvolgere uno dei giganti di tutti i tempi del pallone mondiale: Carlos Valderrama (foto).
Dell’iniziativa, che s’è tenuta in un affollatissimo locale della capitale colombiana di Bogotà, hanno parlato tutti i media sudamericani. La festa contava su un parterre de rois pallonari di tutto rispetto. S’è riunita la banda dei ragazzi tremendi di Francisco Marturana, lo storico ct di quella Grande Colombia capace di annichilire l’Argentina degli allora giovanissimi Simeone e Batistuta (5-0, ancora se ne parla laggiù dal ‘93). Uno squadrone ormai mitologico che fece sognare una nazione ma conobbe la sua fine (non solo sportiva) nella tragica nell’uccisione di Andres Escobar, “reo” dell’autogol che causò l’esclusione ai Mondiali di Usa ’94.
Le luci stroboscopiche della discoteca hanno illuminato l’eterna chioma riccioluta e biondissima del Pibe Valderrama ma anche il cabezon, ormai calvo, di Freddy Rincon, altra vecchia conoscenza del Napoli e del calcio italiano. C’era anche Harold Lozano che in Italia non è conosciutissimo ma che in Spagna se lo ricordano ancora: fu accusato, durante Real Madrid-Valladodid, di aver simulato alla perfezione il fischio dell’arbitro, gabbando così la difesa galactica che si fermò consentendo allo stesso Lozano di mandare in gol un compagno di squadra. E c’era El Gato, Ricardo Perez che dopo una vita da attaccante s’è riscoperto presidente del Fortaleza Eif, che milita nelle serie minori colombiane.
Non s'è lanciato alla cieca, Asprilla, nel business dell'amore. Tutt'altro. Come ha spiegato ai media colombiani, quello dei profilattici è un mercato vastissimo nel Paese sudamericano. Se ne vendono 300 milioni l'anno per un giro d'affari che si attesta sui 600 milioni di pesos. A lui basterebbe conquistare il 3% del mercato. E perciò sfrutta al massimo la sua fama di bomber, sia nel senso tecnico (e calcistico) del termine che in quello sbarazzino e sciupafemmine che gli viene oggi attribuito dai social e dalla goliardia.
La campagna di comunicazione di Asprilla rischia di diventare ultravirale e non solo nell’America Latina.
Scanzonato e burlone, El Tino lancia slogan piccanti e divertenti sottolineati da smorfie buffe di compiacimento e complicità che giocano sulla sua stessa fama di grande e “dotato” amatore. “I profilattici El Tino – recita uno dei motti online – sono di misura standard. Ma dato che sono i miei, le donne crederanno che sono extralarge”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.