Gialli e trionfi nella prima giornata delle Paralimpiadi di Tokyo per l'Italia. Il day-1 a Cinque Cerchi era il giorno atteso per la scherma e il nuoto tra le fila del Bel Paese. Le risposte sono state diverse. Nella sciabola c'era attesa per Bebe Vio, la fuoriclasse azzurra che della sua disabilità ha tratto forza diventando un'icona. Grinta e determinazione le sue armi, ma nell'esordio paralimpico questi elementi non ci sono stati. Come fosse stata Agatha Christie a preannunciare il tutto, la rinuncia all'ultimo momento di Vio ha i contorni del giallo e il colpevole non è ben precisato.
«Purtroppo niente gara di sciabola... questa volta va così. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me e in questa missione non impossibile ma solo rimandata. Spero di potervi dare spiegazioni dopo le gare». Un messaggio su Instagram dai connotati quasi kafkiani perché il post di spiegazione è una non spiegazione. Conclusione: la ritroveremo sabato nel fioretto, dove si spera sarà protagonista e urlante di gioia. Assenza pesante perchè il resto della truppa tricolore nella specialità non ha centrato il bersaglio grosso e niente medaglie. Un riscontro dal sapore di déjà vu in riferimento a quanto già accaduto nelle Olimpiadi in pedana.
In continuità con il passato recente, la vasca invece è stata portatrice di buone notizie. Lo squadrone azzurro ha iniziato con cinque medaglie all'attivo (2 ori, 1 argento e 2 bronzi) e l'Italia per merito dei suoi nuotatori è quarta nel medagliere e conta di arricchire il bottino. La compagine del direttore tecnico Riccardo Vernole ha ancora molto da dare e la sensazione che si sia all'aperitivo è palpabile.
La doppietta nei 100 farfalla femminili S13 con Carlotta Gilli oro e Alessia Berra argento è da raccontare ai nipotini. Gilli, da primatista mondiale della distanza, ha chiuso il cerchio: «Questa medaglia sono venuta solo a ritirarla, perché l'ho costruita nell'arco di quest'anno con tanti sacrifici». Una giovane che deve convincere con la Malattia di Stargardt (forma di distrofia ereditaria della macula) e ogni giorno per lei è una sfida da vincere. Ispirata da super campioni come Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini, la ragazza di Moncalieri ha suonato la sua prima sinfonia. Francesco Bocciardo ha replicato nei 200 stile libero S5: una gara dominata da parte di chi, affetto da diplegia spastica (una forma di palalisi cerebrale che colpisce entrambe le gambe), bracciata dopo bracciata prende il volo.
«We have wings» («Noi abbiamo le ali») grazie anche a Francesco Bettella bronzo nei 100 dorso S1, a Monica Boggioni bronzo nei 200 stile libero S5 e come Ilyad Shalabi diventato eroe per un giorno: oro nei 100 dorso S1, primo atleta arabo cittadino di Israele ad aver conquistato una medaglia olimpica. I Giochi dell'inclusione sono anche questo.Un po' di delusione per Simone Barlaam e l'altro portabandiera azzurro insieme a Bebe Vio, Federico Morlacchi, fuori dal podio nei 400 stile libero S9.
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